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I migliori assaggi di Baccanera al Vinitaly 2018


Immancabile come la pioggia di questa primavera che sembra autunno, anche quest'anno non mi sono potuto esimere dal visitare il Vinitaly.
Del resto ogni anno divento sempre più chirurgico nella scelta di produttori e vini e ogni anno trovo belle sorprese come quelle che vi racconterò in questo post (oltre ad approfittarne per salutare qualche amico-produttore).
La rigorosa scelta pre-Vinitaly dei produttori che da poi origine alla fatidica lista, è frutto di un curioso mix di guide di settore (immancabile consulto ma sempre meno bibbie indispensabili), consigli di altri blogger che mi sono appuntato su foglietti sparsi durante un lungo anno, vini assaggiati durante altre fiere, cene tra amici o consigli di amici sommelier o semplici appassionati.
Questo 'blend' ha dato vita ad una lunga lista di produttori e il risultato è stato la modesta cifra di 31 assaggi di diversi produttori, alcuni molto interessanti, diversi assaggi di medio livello e alcune piccole (anche se poche) delusioni.

Vignalta

Per me una reale rivelazione.
I suoi vini crescono su colline di origine vulcanica, dove crescono le viti vecchie anche di 50 anni, di cui alcune sono il risultato di eruzioni laviche e lapilli, altre di semplici sollevamenti della crosta terrestre.
I suoi vini sono ricchi di personalità distintiva, con un apporto minerale molto incisivo ma nel contempo elegante e un uso della botte grande che dona rotondità e smussa le spigolosità del vino.
In particolare mi ha fatto grande impressione il taglio bordolese Gemola e il Moscato secco Sirio.

Tenute Roveglia

Produttore di vecchia conoscenza che ci ha proposto una mini verticale dei suoi Lugana in termini di importanza, partendo da quello strepitoso rapporto qualità-prezzo di nome Limne fino ad arrivare alla vendemmia tardiva Filo di Arianna.
Un crescendo di fiori di arancio, mandarino, pesca gialla e albicocca di varie intensità, mentre la bocca si sollazzava su note saline e ingrassava nel sorso polposo e sempre più esuberante.



Siddura

Di Siddura, produttore sardo di situato al nord della Sardegna, avevo già sentito più volte parlare. Ma non è mai come sentire 'parlare' i suoi vini, prodotti che riescono subito a farti capire come può lavorare bene un produttore e in fondo ..... significa anche capire che la Sardegna vitivinicola non ha più nulla da invidiare a nessuna altra regione italiana.
Il Vermentino Maia è un quasi imbarazzante rapporto qualità-prezzo (6,90 euro la bottiglia) e se ci metti il nasone nel bicchiere, ci ritrovi il ciclo delle stagioni, la macchia mediterranea, i sugheri e la vite accarezzata da sole, vento, pioggia e una terra vocata alla sua coltivazione.
Da ordinarne un bancale adesso e senza indugio !!!

Altre suggestioni ve le voglio solo accennare per mancanza di tempo.
Una su tutti i vini che sembrano provenire da un altro pianeta di Polvanera, ma anche la vivace particolarità del Centesimino di Ancarani (vitigno autoctono che in Italia conoscono in tre o quattro persone in tutto), oppure la territorialità spinta dei vini di Alberto Longo e ancora la lavorazione praticamente artigianale del Bianco Gladrecis di Sirch.

Suggestioni e ricordi di un Vinitaly che ogni anno riserva grandissime sorprese, produttori che hanno l'infinita pazienza ma anche il giusto orgoglio di raccontarti i loro vini.
Passione, passione e ancora tanta passione per questo meraviglioso viaggio nel mondo del vino.














  

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