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Visualizzazione dei post da maggio, 2018

La Marinorena, Albarino della Galizia

Ci sono le enoteche che comprano la maggior parte dei loro prodotti dai grossisti, chiamati oggi più elegantemente intermediari. Poi ci sono le enoteche che comprano le bottiglie direttamente dai produttori, consultando diligentemente le guide di settore. Infine ci sono le enoteche che comprano le bottiglie solo ed esclusivamente sulla base di assaggi personali, frutto di visite alle fiere di settore, degustazioni dai produttori, bottiglie scovate nei ristoranti o ancora trovate nei viaggi di piacere in qualche sperduto angolo di Italia o di mondo. In questa terza e ultima categoria rientra la mia enoteca preferita, che alla domanda se aveva una bottiglia un po’ particolare, per appassionati che degustano-assaggiano-bevono in media 6-7 bottiglie la settimana (e possibilmente mai le stesse), mi ha fatto trovare sul bancone un Albarino, vitigno autoctono galiziano. La Galizia è una regione che si trova all’estremo nord della Spagna, al confine con il Portogallo, ricca di

Champagne da Pinot noir di Sanchez-Le Guerard

Pur non essendo un particolare estimatore dei vini francesi in generale, devo dire che riguardo agli Champagne, la Francia gioca in un campionato a parte rispetto alle bollicine di tutto il mondo. A differenza di rosso e bianco dove la superiorità francese è mediamente riscontrabile solamente nel prezzo delle bottiglie, talvolta davvero proibitive per prodotti che in Italia si trovano uguali in termini di qualità ma a prezzi decisamente più bassi, le bollicine francesi godono di un combinato di microclima e terroir difficilmente riscontrabili in altri paesi al mondo. Questa affermazione è ancora più vera considerando che difficilmente si possono trovare in commercio Champagne scadenti, sia che si tratti di grandi maison, sia che si tratti di medi o piccoli produttori. L'altra sera ne ho avuto l'ennesima riprova degustando un Pinot noir di Sanchez - Le Guedard, piccolo produttore di Cumieres, situato a poche centinaia di metri dalla Marna sulle dolci colline pettinate da

Barco Reale di Carmignano Doc (2015) - Capezzana di Conte Contini Bonacossi

E' la prima volta che assaggio questa Doc e quindi mi ritrovo qui a scrivere come i post dei primi tempi, confidando sul fatto che molti di voi lettori non l'abbiate mai sentita nominare, esattamente come il sottoscritto. Si tratta di una Doc consentita nella provincia di Firenze e Prato, ed è prodotta con Sangiovese principalmente, poi Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon e Canaiolo nero con il chiaro intento di ammorbidire i tratti ruvidi del Sangiovese e di rendere il vino pronto con qualche anticipo. Il Barco Reale di Carmignano di Capezzana è un vino che matura in botti grandi per circa 1 anno. Al naso i tratti tipici sono l'intensità della frutta a polpa rossa, una traccia di spezie dolci che talvolta si confonde e si rincorre con un ricordo di legno. In bocca si fa apprezzare per una morbidezza studiata e ricercata, che riesce a soddisfare il più alto numero possibile di commensali ad una cena tra amici. Ben presente la trama tannica che compensa insiem

Serata da Repubblica Cisalpina con il Barolo di Brezza, l'Amarone di Tommasi e lo Sforzato di Nera

Questo post potrebbe intitolarsi il trio delle meraviglie (più l'intruso) perchè, quella messa in scena ad una cena del 'Gruppo dei soliti astemi', è quanto di più vicino al paradiso ci possa essere per un appassionato di buon vino e, perchè no, anche di buon cibo. Si è quindi partiti con un Franciacorta fresco e piacevole intanto che Chef Fabrice finisse di preparare il Brasato al Barolo. Poi in successione è stata la volta dello Sforzato di Valtellina di Nera (2011), del Barolo Bricco Sarmassa di Brezza (2008) e dell'Amarone della Valpolicella classico di Tommasi (2009). Per noi sommelier l'assaggio di questi grandi vini è stata una esperienza subliminale che ha rischiato di diventare mistica quando li abbiamo abbinati a turno con un Brasato morbidissimo prodotto con carne piemontese di prima scelta accompagnato da polenta. L'intensità e il corpo del vino erano esattamente nell'ordine di bevuta, tutto il resto invece ha seguito una sua logica che

Viaggio tra i vitigni autoctoni rari: il Saperavi

Quando si parla di vini georgiani, basta guardare un po’ in rete, si rischia sempre di sfiorare due estremi. Da una parte il blogger enofighetto (spesso un povero sfigato), che se la tira perché a differenza della comune massa di appassionati che non fanno altro che bere ettolitri di Barbera e Sangiovese (oltre agli immancabili tagli bordolesi ….. e nei casi più disperati pure il Gutturnio piacentino), beve vini georgiani, affinati in anfora, con lunghe macerazioni sulle bucce, non filtrati e naturalmente biodinamici, di produttori dai nomi impronunciabili ma pur sempre (per lui) con un fascino irresistibile. Dall’altra il blogger cazzuto, quello la cui missione nella vita è cantarle di santa ragione a produttori, sistema viticolo nel suo complesso e altri enoblogger della domenica. Nel suo caso i vini georgiani alla meglio possono essere usati come sturalavandini … ma visto il prezzo non ne vale neanche la pena parlarne. Spesso sono sgraziati, se c’è del vegetale è

Blend di Fattoria di Piazzano

Conoscendo la mia passione per il vino, mi accade sempre più spesso che, amici di ritorno da viaggi di piacere o di lavoro, mi segnalino la piacevole bevuta di qualche bicchiere di vino. Nel presente caso l'amico Maurizio, di ritorno da un viaggio in Toscana, mi ha segnalato il Colorino di Fattoria di Piazzano, bevuto in accompagnamento ad una fiorentina gigante servita in un ristorante fuori Firenze. Il passo successivo è stato quello di fare un ordine di diversi tipi di vini tra cui un blend di taglio bordolese che è poi stato abbinato appunto ad una grigliata di fassona e fiorentina. I vini di Rolando Bettarini e della moglie Michela, contattati via mail per l'ordine, portano in dote le fermentazioni spontanee e si tende a usare il cemento e molto poco legno piccolo e grande e comunque mai di primo passaggio, per non snaturare il rapporto gusto olfattivo del vino con il territorio. La piacevolezza del vino si intrinseca perfettamente con una territorialità genuina e

Il Tagliamare brut di Argiolas da uve Nuragus

E’ chiaro che lo sforzo della maggior parte delle aziende viticole italiane sia quello di completare il più possibile la gamma di prodotti a disposizione, al fine di offrire alla clientela una più ampia scelta possibile. Tuttavia a chi beve e si interessa di vino dovrebbe essere altrettanto chiaro che non sempre lo sforzo di allargare la gamma dei prodotti da dei buoni risultati. Personalmente ricordo con particolare orrore certe grappe di pluripremiati produttori di Barolo piemontesi, come del resto alcuni spumanti di Pinot nero siciliani o ancora improbabili passiti da un po’ tutte le regioni italiane ecc. Avevo questo in mente quando l’amico Chef Fabrice ha messo in tavola questo Brut di uve Nuragus, seppure parzialmente tranquillizzato dall’azienda che lo produce, quell’Argiolas che può essere considerata una garanzia di livello medio alto nel panorama enologico sardo. Il Tagliamare è un brut metodo Charmat, molto piacevole e sincero, tutt’altro che beverin

I migliori assaggi di Baccanera al Vinitaly 2018

Immancabile come la pioggia di questa primavera che sembra autunno, anche quest'anno non mi sono potuto esimere dal visitare il Vinitaly. Del resto ogni anno divento sempre più chirurgico nella scelta di produttori e vini e ogni anno trovo belle sorprese come quelle che vi racconterò in questo post (oltre ad approfittarne per salutare qualche amico-produttore). La rigorosa scelta pre-Vinitaly dei produttori che da poi origine alla fatidica lista, è frutto di un curioso mix di guide di settore (immancabile consulto ma sempre meno bibbie indispensabili), consigli di altri blogger che mi sono appuntato su foglietti sparsi durante un lungo anno, vini assaggiati durante altre fiere, cene tra amici o consigli di amici sommelier o semplici appassionati. Questo 'blend' ha dato vita ad una lunga lista di produttori e il risultato è stato la modesta cifra di 31 assaggi di diversi produttori, alcuni molto interessanti, diversi assaggi di medio livello e alcune piccole (anche