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Visualizzazione dei post da settembre, 2017

Un Ansonica dalle pendici del Monte Argentario dell'Azienda Agricola Santa Lucia

Ho da poco fatto una recensione su una Ansonica e mi ritrovo a farne subito un'altra anche se trattasi di prodotti piuttosto diversi. Per certi versi questa Ansonica Santa Lucia è davvero sorprendente. E' una caldissima sera d'estate di inizio agosto e il gruppo degli astemi si è preso il mese di vacanza. Chi è già partito per le terre nordiche, chi per le mete esotiche e chi per posti dal divertimento assicurato; io invece mi stavo faticosamente trascinando stancamente verso l'ultima settimana di lavoro prima delle meritate vacanze in terra sarda. Essendo tra l'altro a casa da solo senza la famiglia in trasferta nel Monferrato, ho chiamato senza molta speranza l'amico Paolo, esperto e appassionato di vino, con il quale ci siamo subito accordati per una cena a base di salumi e formaggi. Non avevo preparato nulla e dal lavoro ero direttamente passato al supermercato per la spesa. Il caldo era davvero opprimente; ho quindi deciso che la mia taverna sta

L'Abbazia di Novacella e il suo Lagrein

L'Abbazia Agostiniana di Novacella venne fondata nell'anno 1140 ad opera del beato Hartmann. Seguì un periodo di forte espansione fino al XV secolo, mentre nel XVI secolo, a causa di cambiamenti e tensioni sociali e religiose, iniziò un periodo di crisi per l'Abbazia, culminato con il sacco durato tre giorni e la sua successiva occupazione da parte dei contadini tirolesi in rivolta. Nel 1600 vennero poste le basi della rinascita anche grazie alla fondazione di un istituto accademico che divenne poi molto importante nel corso del tempo. Tra le varie vicissitudini, in anni turbolenti dovette subire anche numerosi acquartieramenti di truppe straniere, come nel settembre 1807, quando con un decreto il governo bavarese decretò la soppressione di tutte le abbazie presenti in Tirolo, che vennero ripristinate solo nel 1816 ad opera dell'imperatore Francesco I. Anche durante le due guerre diversi furono i momenti difficili. L'avvenimento più grave fu il bombarda

Ansonica dell'Isola del Giglio, quando un sogno può diventare realtà

La prima volta sapeva di tappo e il gruppo dei soliti astemi ci è rimasto maledettamente male. Avevamo tutti una gran voglia di assaggiare questo Ansonica portato da Andrea, a sua volta consigliato da un amico ristoratore che l'aveva scoperto chissà come. La seconda volta abbiamo aperto il tappo con una certa attesa e questa volta era tutto a posto. Che questo vino sia particolare lo si capisce subito dal bicchiere, proprio come la storia del suo poliedrico produttore. Francesco Carfagna è un professore di matematica, che dopo aver insegnato per un certo periodo nei licei, decide di seguire la sua vera passione e diventare 'capomastro rurale'. Per lavoro arriva sull'isola del Giglio e qui si innamora del posto, tanto che decide l'apertura di un ristorante. E' in questi anni che inizia il sogno di recuperare i vecchi vitigni abbandonati e abbarbicati sui pendii rocciosi davanti al mare. Comincia così un'altra avventura, probabilmente ancora più

Greco di Tufo (2015) - Mastroberardino

E' da un po' che non assaggiavo più un vino campano, senza nessuna reale motivazione; semplicemente era da un po' che non mi capitava sulla tavola un vino di quella superba terra viticola che è la Campania, con tutti i suoi vitigni autoctoni, produttori bravi e affermati oltre ad altri più giovani ma ben avviati verso un futuro di successo nel mondo vitivinicolo. In questo contesto dinamico Mastroberardino fa parte del primo gruppo di produttori, ovvero quelli già ampiamente affermati, in grado di dare anno dopo anno garanzie per chi come me era alla ricerca di certezze. I suoi vini si distinguono per eleganza e finezza e non fa eccezione il Greco di Tufo annata 2015. Annata decisamente più regolare di quella del 2014, incredibilmente piovosa, che ha avuto alcuni picchi di calura nei mesi estivi, compensati da temperature che sono scese già a metà settembre e che ha agevolato le condizioni per la produzioni di vini equilibrati, tonici, lineari. Appena stappato s

Grivò Pinot Grigio di Volpe Pasini (2014)

Che bella sorpresa il GriVò (nome piuttosto infelice) di Volpe Pasini. L'ho portato ad una cena tra amici e ha fatto la sua ottima figura in abbinamento ad un buonissimo branzino al sale. Avendone avanzato poco meno di metà bottiglia, l'ho assaggiato ancora a casa e nonostante un paio di giorni sulle spalle l'ho ritrovato estremamente gustoso, vigoroso e versatile. Del resto Volpe Pasini è da sempre garanzia di ottimi vini, sia nelle versioni Zuc di Volpe, sia nelle versioni base. Azienda di Torreano in provincia di Udine, che ha sempre privilegiato il Sauvignon, ma anche il Pinot bianco e il Pinot grigio. Venendo all'analisi visiva e gusto-olfattiva, occorre sottolineare la buona performance al naso, dove si dipana su profumi di fiori piuttosto variegati che si possono riassumere nei fiori di campo e in un generale sentore vegetale, per poi aprirsi alle piante officinali e in particolare all'alloro. Tra i sentori di fiori si percepisce abbastanza bene