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Visualizzazione dei post da settembre, 2016

Soente Viognier Lazio Igt (2014) - Falesco

Soente di Falesco Non sapevo che Falesco producesse anche un Viognier, vitigno di cui ho scritto recentemente ( http://baccanera88.blogspot.it/2016/09/un-voigner-sulle-colline-di-orvieto.html ). Falesco è una realtà produttiva importante, che è molto cresciuta negli ultimi anni, anche in quantità di bottiglie prodotte senza però rinunciare alla sua qualità, che su prodotti come il Soente, possiamo definire assolutamente in linea con il resto della produzione, senza toccare ovviamente le punte del Marciliano o del Montiano. Assaggiando il Soento non si può non pensare che alla Falesco sanno bene come creare un prodotto piacevole e nel contempo raffinato, nel caso specifico utilizzando uve Viognier in blend con varietà sperimentali a bacca bianca, che consentono di mitigare la personalità piuttosto esuberante di questa uva francese. Dopo la vendemmia le uve sono sottoposte a criomacerazione a freddo e successiva fermentazione a 13-15 C. E' finito in una tavola con tanti

Cristal di Roederer, quando la qualità supera il mito

Cristal di Louis Roederer Oggi parliamo di un vero mito tra gli champagne: il Cristal di Louis Roederer, comparso quasi per incanto ad una cena di amici, tanto che quando l'ho intravvisto sulla tavola mi è quasi scesa una lacrimuccia di emozione. E se si parla di uno dei migliori Champagne del mondo, vale la pena ripassare un po' come è nato un questo mito. Il Cristal fu creato nel 1876 da Louis Roederer II su richiesta dello zar Alexandr II, che chiese alla già celebre maison di creargli uno champagne originale, mai bevuto prima. Era nata così questa cuvèe di grande selezione, imbottigliata in una bottiglia di cristallo rigorosamente senza l'incavo sul fondo. Dopo tanti anni la bottiglia non è più ovviamente di cristallo, ma è rimasta trasparente e con il fondo piatto e dal grosso spessore per poter resistere alla pressione imprigionata nella bottiglia. Dopo la caduta dello zar e la crisi economica del 1929, Roederer ne tenta il rilancio negli anni '30, quan

Il passito Yanir tra il sole e il mare di Pantelleria

Passito di Pantelleria Yanir di Miceli Quando si parla di Passito di Pantelleria mi viene sempre un mente un territorio che si distingue per la singolarità del suo paesaggio nel quale, agli elementi naturali come le colate laviche, le cale e i faraglioni, si sono aggiunti in perfetta simbiosi con l'ambiente naturale interventi dell'uomo che hanno qualcosa di ancestrale come i muri a secco delle vigne e i dammusi, ovvero i tipici fabbricati di pietra lavica utilizzati per raccogliere la scarsissima acqua piovana.  E' in questo ambiente rurale ed estremo che ha luogo  l'attività produttiva dell'azienda Miceli, che inizia negli anni '60 quando Salvatore e Ignazio Miceli hanno deciso di dedicarsi alla coltivazione della vite nei terreni di famiglia sull'isola di Pantelleria. Oggi Miceli possiede due tenute: una a Sciacca, dove vengono coltivati i vitigni autoctoni siciliani come l'Inzolia, il Cataratto e il Nero d'Avola, e una a Pantelleria,

Un Viognier sulle colline di Orvieto timbrato Palazzone

Voigner di Palazzone Il Viognier è un vitigno ben strano. E' originario della Francia, in particolare della Valle del Rodano, ma la fillossera ha seriamente rischiato di farlo estinguere, tanto che negli anni '60 esistevano pochi ettari coltivati con questo originale vitigno. Grazie alla caparbietà di alcuni produttori e alle sue qualità intrinseche, il Viognier è riuscito a riprendersi velocemente una buona fetta di mercato, non solo in Francia ma anche Australia e California. In Italia è poco diffuso e lo ritroviamo soprattutto in Toscana, dove alcuni produttori che si distinguono per una produzione principalmente 'rossista', lo hanno adottato e in alcuni casi elevato a vino di un certo spessore. Ne è un esempio Palazzone, produttore umbro in rapida ascesa nel complicato e frammentato panorama viticolo italiano, che si è innamorato del vitigno e che ha creduto nelle sue potenzialità, mettendosi a produrre un bianco a base Viognier in una zona che si distin

Funtanaliras, il Vermentino di Sardegna della Cantina del Vermentino Monti

Vermentino Funtanaliras di Cantina del Vermentino Monti Capita alle volte di bere un bel vino al ristorante, magari se siete in vacanza, e di volerlo poi acquistare direttamente dal sito del produttore. A parte capire il ricarico del ristoratore (che se esagerato può alle volte un po' urtare la sensibilità del cliente-compratore) è un modo per rievocare con il pensiero i dolci ricordi della vita di mare rilassata e tranquilla, una breve parentesi in un generale caos di attività e impegni che alle volte rischiano di sommergerci. Discorsi filosofici a parte, riassaggiare a distanza di tempo un vino che ci è particolarmente piaciuto, è anche un modo per confermare le stesse sensazioni riscontrate al ristorante, magari con più calma e con più metodo. E' questo che deve aver pensato l'amico Camillo, in vacanza in Sardegna, quando ha acquistato sul sito internet del produttore il Vermentino di Gallura Docg Funtanaliras, della Cantina del Vermentino, di cui poco tempo fa

Il potente Gewurztraminer Aristos e un classico Muller Thurgau della Cantina Valle Isarco alla prova di Baccanera

Gewurztraminer della Cantina Valle Isarco Raccontare di vino non è mai difficile quando si incontrano aziende come la Cantina Valle Isarco. Come è noto siamo in Alto Adige, terra a grande vocazione viticola, dove la vite è coltivata fino ad altezze davvero impensabili e dove la sua lavorazione è naturalmente resa complicata dalla grande pendenza dei terreni su cui gli immancabili muretti a secco perfettamente tenuti circondano vigneti che sembrano giardini. La maggior parte della lavorazione è quindi manuale, mentre la qualità è sempre stata un credo inossidabile per i viticoltori locali; questi fattori uniti a scrupolosità produttiva e ricerca scientifica sapientemente dosate portano numerose cooperative a raggiungere livelli altissimi, a differenza di molte cooperative che operano sul nostro territorio ancora vocate ad una produzione più di quantità che di qualità. Nel caso della Cantina Valle Isarco le pendenze sono significative e le vigne che iniziano intorno ai 300 mslm a

Viaggio tra i vitigni autoctoni rari: il Bellone

Castore il Bellone di Cincinnato Lungo la via Appia, strada del vino per eccellenza fin dal tempo dei Romani, a circa 50 km a sud di Roma si trova l'antica città di Cori, adagiata su morbide colline ricoperte di uliveti e vigneti Tutto sommato il paesaggio tipicamente rurale non deve essere tanto cambiato da quando, duemila anni fa, percorrevano queste strade i romani, quando per andare verso sud costeggiavano i monti Lepini. Le loro tracce si possono riscontrare ancora oggi con il tempio di Ercole, quello di Castore e Polluce, quello di Minerva. Non abbiamo la certezza che già all'epoca i due vitigni autoctoni della zona, il Nero Buono e il Bellone, venissero coltivati, ma la cosa certa è che la zona di Cori era già considerata molto vocata per la produzione della vite, con i suoi suoli di origine vulcanica e argillosa e con la benefica influenza del vicino mar Tirreno, che con le sue brezze saline contribuisce ad asciugare i grappoli e garantire la sanità di quanto vie