Passa ai contenuti principali

Post

Visualizzazione dei post da maggio, 2016

Il Rosso di Montalcino che può fare la differenza.

Il rosso di Montalcino è giustamente considerato un vino da tutti i giorni, essendo la Doc di ricaduta del grande Brunello di Montalcino. La Doc nasce nel 1984 con l'intento di disciplinare la produzione di quello che in precedenza veniva chiamato Vino Rosso dai Vigneti di Brunello, creando non poche confusioni con il più importante Brunello. Il secondo importante motivo della Doc è che il Brunello ha tempi di imbottigliamento molto lunghi e di conseguenza c'era bisogno di un vino più semplice da immettere sul mercato in tempi più brevi, permettendo di rientrare da una parte degli investimenti. Di certo questa fama di vino di ricaduta prodotto con uve non adatte alla produzione di Brunello, non ha aiutato a far crescere il Rosso di Montalcino, nonostante alcuni produttori si impegnino seriamente nella sua produzione e nel cercare di tenere alto il suo livello qualitativo. Peraltro molti piccoli produttori, visto che possono contare su pochi ettari di vigneto, sp

Sua maestà il Tignanello.

Tignanello di Antinori Ebbene è arrivato anche il momento di sua maestà il Tignanello (magnum). Evidentemente è il mio anno fortunato e se devo dirla tutta, non facendo il sommelier di professione non so certo quando mi capiterà ancora di assaggiare, anzi bere senza ritegno insieme ai soliti quattro amici spugne, un altro Tignanello. Il tutto capita in una sera imperdibile di mezza primavera che sembra novembre tanto piove. Di certo il tempo non mi scoraggia a uscire di casa visto che la bottiglia attende aperta a casa di un amico già da un paio d'ore. Il Tignanello è un vino che in pochi anni dalla sua prima annata nel 1971, è diventato un punto di riferimento assoluto per qualsiasi appassionato di vino. Se vogliamo è stata una pura anomalia enologica visto che pur nascendo nel cuore del Chianti, ha saputo per primo intelligentemente bilanciare la rusticità territoriale del Sangiovese con la raffinatezza e l'eleganza dei vitigni internazionali. Come tutti i numeri

Ca' del Bosco Dosage Zero 2010 Vintage Collection

Ca' del Bosco Dosage Zero 2010 Uno dei motivi del grande successo commerciale della Franciacorta sta indubbiamente nel continuo nascere di piccole aziende di grande interesse e alto livello qualitativo, che in definitiva rendono variegato e frizzante lo scenario produttivo come difficilmente accade in altre zone e in altri consorzi d'Italia. All'interno di questo scenario ci sono poi le grandi aziende, che hanno fatto e ancora fanno la storia della Franciacorta, che contribuiscono sia alla diffusione di milioni di bottiglie con un rapporto qualità-prezzo invidiabile (e qualche volta anche criticabile ....) sia alla produzione di bottiglie di elevatissima qualità produttiva per soddisfare e presidiare l'alto di gamma, che un pubblico raffinato e con buona propensione alla spesa è in grado di apprezzare. Ma queste azienda leader spesso sono in grado anche di diventare dei punti di riferimento riguardo alla sperimentazione enologica che evidentemente si possono per

Il 'Rustico' prosecco di Nino Franco

Prosecco Rustico di Nino Franco Il prosecco ha avuto negli ultimi anni un incredibile crescita di successo da parte del pubblico dei consumatori, accompagnato da un altrettanto sorprendente incremento delle vendite soprattutto all'estero, tanto che in più occasioni si è assistito ad una espansione della zona di produzione. A mio modesto parere la formula vincente del Prosecco sta proprio in un prodotto che costa molto meno di un Franciacorta o di uno Champagne ma che al contempo è più accessibile al grande pubblico. Più immediato, più diretto e meno complicato. Personalmente il prosecco non è esattamente il mio vino preferito. Quando ho voglia di bollicine mi indirizzo quasi sempre su un Franciacorta o un Trentodoc, oppure altre volte mi succede di provare qualche buon produttore 'fuori zona'. Tuttavia devo ammettere che ci sono alcuni produttori che pur mantenendo la tipicità del prosecco, fatto di immediatezza a semplicità espressiva, riescono a dare al loro p

Lo strepitoso Ben Rye di Donnafugata

Ben Ryè di Donnafugata Quest'anno ho avuto la fortuna di assaggiare diversi ottimi passiti tra cui ricordo con estremo piacere il Tal Luc di Lis Neris assaggiato nel corso dell'ultimo Vinitaly. Sono invece passati quasi due anni da quando ho assaggiato per l'ultima volta il Ben Rye, seduto in un tranquillo ristorante di Milano, in una serata di mezza estate con l'amico del corso di sommerlier. Due anni dopo l'amico che vedevo solo in rare occasioni è diventato un gruppo di amici con i quali abbiamo condiviso tante felici degustazioni. Lui appassionato di Piemonte mi ha fatto scoprire molti Barolo e Barbaresco che non conoscevo, mentre io che assaggio vini sempre diversi credo di avergli creato un po' di curiosità per gli innumerevoli vitigni autoctoni italiani. Su tutto ci era sempre rimasta la voglia di ritornare ad assaggiare quel semplice nettare prelibato dal colore ambrato ideato e prodotto da quel Giovanni Rallo di Donnafugata recentemente scompar

Viaggio tra i vitigni autoctoni rari: il Mayolet

Mayolet di Coenfer Ancora una volta è la piccola Valle d'Aosta ad essere protagonista di un vitigno autoctono raro imbottigliato in purezza, il Mayolet. Lo spunto parte da una ottima bottiglia di Coenfer, annata 2013;  la storia del Mayolet non è lunghissima o almeno così pare se si considera che i primi riferimenti storici datano l'inizio dell'Ottocento, con indicazioni sempre più precise a partire dal 1850 in poi. All'inizio del 1900 era già piuttosto diffuso, coprendo un 20% circa della superficie vitata, ma subisce un declino progressivo verso gli anni '80 e fino ai primi anni 2000 quando è sul punto di estinguersi. Da quel momento, alcuni illuminati produttori intuiscono che la 'moda' dei vitigni internazionali piantati anche nel giardino dietro casa (tanto riescono sempre bene) sta terminando e anche il pubblico dei consumatori è alla ricerca di un gusto originale, magari non perfetto o perfettibile ma di sicuro diverso dai soliti Cabernet, Mer

L'emergente Brunello di Montalcino di Fattoi

Brunello di Montalcino di Fattoi Il mix virtuoso di produttori bravi e svegli, un terroir particolarmente vocato e un marketing che riesce a fare sistema, ha portato in pochi anni il Brunello di Montalcino a presentarsi a pieno titolo sulle migliori tavole del mondo, al pari di altri terroir famosi come Bordeaux, California e Borgogna. Un successo ampiamente meritato, nonostante negli ultimi anni sia stato più volte minacciato da scandali a cui i media affamati di notizie hanno dato molto risalto. Rimangono invece i vini a parlare del Brunello come questo 2010 di Fattoi, produttore emergente di cui ho assaggiato una strepitosa bottiglia in occasione di una cena con altri amici appassionati. L'azienda ha sede a Montalcino, in località Podere Capanna, alla confluenza dei fiumi Ombrone e Orcia, su una superficie complessiva di 70 ettari di cui 9 coltivati a Sangiovese da cui vengono ricavati 3 vini, 5 occupati da un antico oliveto e i restanti occupati a bosco e frumento. Qui

Il Pas Dosè di Langa

Pas Dosè di Rizzi Al Vinitaly mi sono dedicato ai rossi e ai bianchi, ma anche ad alcuni passiti di un certo livello ..... Ultimamente poi sto assaggiando soprattutto rossi piemontesi tra cui una interessante confronto tra Barbera molto diverse tra loro (di cui scriverò appena possibile), oltre ai 'soliti' Barbaresco e Barolo. Ma in questi giorni in cui la temperatura si sta sensibilmente alzando iniziavo a sentire la mancanza di uno spumante di qualità e ho così deciso di stappare un Pas Dosè di Rizzi che ero molto curioso di assaggiare. Intanto perchè non proviene dalle classiche tre zone di produzione dello spumante, che vedono Franciacorta, Trentodoc e Oltrepò Pavese come emblemi nazionali riconosciuti anche all'estero. Ci sono però altre zone di produzione che si stanno affermando sul panorama nazionale e una di queste è il rossista Piemonte, sicuramente più famoso per Barbera e Nebbiolo che per la coltivazione di uve a bacca bianca. Eppure se vi capit