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Visualizzazione dei post da aprile, 2016

La serata dei diciassette Barolo Borgogno Riserva

Si fa presto a dire verticale. Praticamente tutte quelle che troverete in giro possono contare su un numero di bottiglie che raramente supera le 10 annate, poiché sopra questo numero la serata finirebbe o per costare troppo o sarebbe poco remunerativa per chi la organizza. A casa dell'amico Camillo, grazie alla 'generosità' del fratello Alessandro, le annate di Barolo Borgogno Riserva erano invece diciassette !!!! In rapida successione: 2008, 2007, 2006, 2005, 2004, 2003, 2001, 2000, 1999, 1998, 1997, 1996, 1995, 1988, 1985, 1982, 1978. Ma prima di passare direttamente agli assaggi, accompagnati da una cena luculliana, mi sembra giusto dare qualche informazione su Borgogno, che è uno storico produttore di Barolo (ma non solo) proprio nel paese di Barolo. La storia inizia nel 1761 quando Bartolomeo Borgogno fonda la cantina e da inizio alla produzione vitivinicola, passando per quasi due secoli di tranquilla quotidianità contadina, interrotta dalle innovazioni e int

I migliori assaggi di Baccanera a Vinitaly 2016 - parte II

Dopo il Friuli è stata la volta delle Marche, regione che da un punto di vista viticolo (e non solo) ho sempre apprezzato, per l'estrema varietà dei suoi vini, in gran parte autoctoni e per un buon equilibrio tra vini rossi e vini bianchi, molti di ottimo livello. Belisario Si parte con Belisario, cooperativa di produttori che ha investito in maniera continua e concreta nella selezione, pur rimanendo fedeli al concetto di cooperativa. Cambrugiano di Belisario Il Verdicchio di Matelica Cambrugiano Riserva 2012, ha messo d'accordo tutte le guide prendendo il massimo dei riconoscimenti e all'assaggio non delude le aspettative. Si parte con delle note olfattive di frutta gialla, albicocca e pompelmo rosa di estrema eleganza e intensità. Il sorso è teso, intrigante, con particolare enfasi sulla mineralità e su delicate note di tabacco dovute ad un uso ben bilanciato del legno; su tutto rimane un finale piacevolmente amandorlato con corpo pieno e struttura in grado

I migliori assaggi di Baccanera a Vinitaly 2016 - parte I

La cinquantesima edizione del Vinitaly è terminata, ma anche quest'anno per chi ha saputo selezionare in partenza i produttori, si sono potuti assaggiare prodotti estremamente interessanti. Personalmente, mentre nel 2015 avevo concentrato gli assaggi in Valle d'Aosta, Liguria e Lazio, quest'anno ho dedicato le mie degustazioni a Friuli, Marche e Umbria con qualche puntata in Alto Adige. Ecco di seguito gli assaggi più interessanti. Abbazia di Novacella Una certezza questa Abbazia, tanto che mi sentirei di ringraziare 'molto in alto' per la sua esistenza e la produzione vini di qualità e valore costanti nel tempo. Una storia che parte dal 1142 e che da secoli affina la propria produzione soprattutto di vini bianchi vinificati nella cantina del convento. Kerner di Abbazia di Novacella Inizio il Vinitaly 2016 con il loro Kerner , prodotto semplice, fruttato, con gli agrumi in evidenza ma anche le spezie e la pesca, pensato per un consumo quotidiano. Sul pal

L'Amarone di Tommasi incontra il Barolo Terlo di Poderi Einaudi

Amarone di Tommasi Non capita tutti i giorni di poter degustare uno dopo l'altro due veri pesi massimi nella loro categoria. La mia fortuna si concretizza una sera di inizio primavera, con l'aria che si fa più tiepida e un leggero refolo di vento che non disturba, quando con alcuni amici decidiamo di aprire due vini di prim'ordine. Sto parlando dell'Amarone di Tommasi e del Barolo Terlo dei Poderi Luigi Einaudi. Barolo Terlo di Einaudi Partiamo da quest'ultimo produttore che, se per caso qualcuno se lo sta chiedendo, è proprio l'azienda fondata da quel Luigi Einaudi presidente della repubblica in tempi ormai molto lontani, che a soli 23 anni decide di investire in una piccola cascina a San Giacomo, primo tassello della futura azienda vitivinicola. Annata 2009, prodotto nel comune di Barolo e più precisamente a Terlo, su terreno marnoso-calcareo, ad una altitudine media di 310 mslm. Quattro ettari di vigna con impianti che spaziano dal 1977 al 20

L'Umbria del Rubesco di Lungarotti (Rosso di Torgiano)

Rubesco di Lungarotti L'Umbria del vino, come e forse ancora di più di altre regioni italiane, ha da tempo imboccato un percorso fondato sulla qualità, la selezione e la ricerca della valorizzazione dei vitigni autoctoni. Il vitigno che più è cresciuto negli ultimi anni, grazie ad un mix di potenzialità espressiva, marketing e tipicità territoriale, è senza dubbio il Sagrantino di Montefalco, interpretato sia in chiave moderna sia in chiave classica sulla scia di quanto già visto per Barolo, Barbaresco e Amarone. Ma sono anche altri i vitigni interessanti che hanno saputo crescere, primo fra tutti il tanto bistrattato Trebbiano, vino semplice eppure in grado di regalare pienezza aromatica e gustativa se lavorato con un occhio alla selezione e alla qualità. Ormai famoso e assolutamente da provare il Trebbiano di Perticaia. E cosa dire del Grechetto, vitigno che gioca una partita assoluta a Orvieto, ma anche in altre provincie come Todi e in grado di regalare ottima sapid

Valtellina Superiore Inferno Docg (2011) - Azienda agricola Caven

Inferno La Martellina di Caven  La Valtellina gode indubbiamente di un insieme fortunato di fattori che la rendono una zona di grande impatto vitivinicolo. Fattori come l'esposizione ideale al sole (sud-ovest), abbinata all'altitudine che per i vigneti varia dai 300 ai 600 metri, con le naturali escursioni termiche tipiche dei versanti montani che permettono all'uva di sviluppare in quantità abbondante i polifenoli contenuti nella buccia. E' poi una zona piuttosto siccitosa, anche a causa delle cime elevate che si posizionano a nord e anche questo fattore è positivo e ancor più se abbinato ad un terreno con scheletro particolarmente povero, perché la vite per dare il meglio deve soffrire e concentrare i suoi nutrimenti in pochi ma preziosi acini d'uva. Del resto in questa zona che va da Tirano ad Ardenno ed è solcata dal fiume Adda, si parla di vite dai tempi dei romani ed è ormai da numerosi secoli che si coltiva in prevalenza Nebbiolo, un vitigno particol

Le vigne di Zamò con i suoi territoriali Friulano e Pinot grigio

Friulano di Le Vigne di Zamò Praticamente senza saperlo e in modo del tutto casuale mi ritrovo a degustare i vini di Oscar Farinetti, cominciando un mese fa con un semplice Arneis della piemontese Fontanafredda, poi di recente un Friuliano e un Pinot grigio delle Vigne di Zamò e per ultimo una spettacolare verticale di 17 annate di Barolo Borgogno, di cui pubblicherò un dettagliato resoconto a breve. Le Vigne di Zamò nascono nel 1978 per opera della famiglia Zamò, imprenditori del settore del legno che acquistano a Rosazzo cinque ettari di vigna; col tempo si espandono acquistando diversi terreni piantati a vite sempre in zona, portando la produzione a 250.000 bottiglie l'anno. Nel 2010 una prima svolta con l'acquisizione da parte di Eataly vino srl del 50% della società, seguito dall'acquisto dell'altro 50% nell'autunno del 2015. Per Eataly è un acquisto di piccole dimensioni se paragonato a Borgogno (acquistata però a titolo personale da Farinetti) e sopr

La Barbera interpretata sulle colline di Barbaresco

La Barbera di Ca' Nova Per me esistono fondamentalmente tre tipi di produttori di vino. Ci sono produttori famosi, presenti sulle guide, che vincono anno dopo anno premi e riconoscimenti; inutile dire che i loro vini sono spesso piuttosto costosi e non proprio alla portata di tutte le tasche. Ci sono poi i produttori emergenti, che magari non hanno ancora vinto nulla, ma incominciano a farsi conoscere grazie ai loro prodotti innovativi, estremi, talvolta fuori dalle mode tanto da diventare 'di moda', soprattutto per un certo tipo di pubblico orientato alla ricerca di nuovi vini e nuovi modi di concepirli (vedi vini naturali, orange wine, ecc) Infine, ci sono i produttori dal vantaggioso rapporto qualità-prezzo, quelli che riescono a soddisfare tasca e palato, sempre impegnati ad inseguire il difficile equilibrio tra prezzo ragionevole e alta qualità del prodotto finale. La Ca' Nova, produttore piemontese di Barbaresco, è invece il classico produttore di vino c