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Visualizzazione dei post da dicembre, 2015

I miei vini del 2015

Come ogni anno mi diverto a ripercorrere il mio viaggio nel mondo del vino e lo faccio rileggendo alcuni articoli scritti nel corso del 2015, alcuni recenti e altri più distanti nel tempo, come gli assaggi effettuati al Vinitaly di marzo o quelli (strepitosi) alla festa per i 50 anni dell'Associazione Italiana Sommerlier. Di seguito in assoluto ordine sparso i dieci vini che più mi sono piaciuti in questo anno che sta per terminare. Sfursat 5 Stelle - Nino Negri L'ho degustato di recente a casa di amici wine lover e tutti abbiamo avuto la stessa impressione, ovvero di un vino che ad una potenza e struttura di tutto rispetto sa abbinare equilibrio eleganza e finezza. Grande impatto olfattivo di terra bagnata, humus, prugna secca, tabacco, sottofondo balsamico e poi ancora tamarindo, china, liquirizia ...... In bocca all'opulenza del sorso si abbina grande pulizia, finezza e un equilibrio quasi miracoloso per un vino da 16 gradi di vol. alcolico. Insuperabile. Ba

Serata Champagne

Non sono un esperto di Champagne ma quando posso non mi dispiace provarli e divertirmi a fare i raffronti con le bollicine della Franciacorta e del Trentodoc, e cercare di capire se come vuole il luogo comune siano davvero inarrivabili grazie al mix di clima e terreno e in particolare per quello strato gessoso che pare faccia la loro fortuna. L'occasione è stata una cena di lavoro nella quale l'importatore si è impegnato ad abbinare i piatti preparati dallo chef con i vari tipi di Champagne e le sorprese non sono mancate. E' anche l'occasione per fare un piccolo ripasso su un territorio unico al mondo, risultato della combinazione favorevole di due fattori ben distinti. Il primo fattore rilevante è dato ovviamente dal clima che è di tipo continentale-oceanico, che unito ad una localizzazione insolitamente a nord per un vigneto, anche se ultimamente i cambiamenti climatici stanno stravolgendo centinaia di anni di certezze. La localizzazione a nord vuol dire ch

Cecchi e il suo Montefalco Rosso La Campana

Montefalco Rosso La Campana di Cecchi La storia della famiglia Cecchi inizia nel 1893 quando Luigi Cecchi diventò un assaggiatore professionista di vino, una specie di sommelier ante litteram. Successivamente con il figlio Cesare iniziarono la commercializzazione di vino con il marchio Cecchi, con progressiva crescita e sviluppo internazionale ma è Luigi, nipote del fondatore, a dare una spinta decisiva all'innovazione tecnologica e alla crescita degli investimenti in aree diverse d'Italia. Tra questi troviamo Villa Cerna a Castellina in Chianti in piena area del Chianti Classico, poi Castello di Montauto a San Gimignano dove si produce Chianti e la Vernaccia, poi nel 1996 è la volta dell'azienda Val delle Rose in località Poggio la Mazza nel cuore produttivo del Morellino di Scansano, per finire con la Tenuta Alzatura acquistata verso la fine degli anni '90 in Umbria e più precisamente in località Fratta Alzatura a Montefalco dove la famiglia Cecchi si è lanciat

Sylvaner Sudtirol-Alto Adige Doc (2012) - Cantina Muri-Gries

Sylvaner di Muri-Gries Nel mio continuo girovagare tra enoteche in cerca di nuovi vini da provare ho trovato con mia grande sorpresa un piccolo ma ben attrezzato supermercato di quartiere che vende delle bottiglie dall'ottimo rapporto qualità-prezzo. Certo occorre fare un po' di selezione ma le bottiglie interessanti non mancano. Tra queste ultime possiamo senz'altro annoverare un Sylvaner di Muri-Gries, acquistato perché fino ad oggi non avevo mai provato nulla di questo produttore e poi perché era già diverso tempo che non assaggiavo più il 'nordico' Sylvaner, vitigno originario della Germania, che ama i terreni ghiaiosi e poveri, introdotto nel 1900 in Alto Adige e oggi coltivato quasi esclusivamente nella Valle Isarco. Ma partiamo con ordine e come sempre un po' di ricerca sul produttore ci aiuta a capire cosa stiamo per degustare. L'Abazia di Muri-Gries è inanzitutto un convento benedettino con una storia secolare, che si trova nel pieno centr

L'insuperabile Sfursat 5 Stelle di Nino Negri

Sfursat 5 Stelle di Nino Negri Ebbene, quando assaggio questi grandi vini non posso che pensare di avere una grande fortuna. Perchè lo Sfursat 5 Stelle di Nino Negri, per quanto mi riguarda, rientra a pieno titolo nei primi 10 migliori vini che ho assaggiato nel 2015, nonostante quest'anno sia riuscito a togliermi delle discrete soddisfazioni. La storia della Nino Negri è indubbiamente affascinante e vale la pena di essere ripercorsa. E' il lontano 1897 quando inizia la produzione e commercializzazione del vino, che necessariamente era un po' diverso da quello a cui siamo abituati oggi. All'epoca i contadini-viticoltori fecero un lavoro colossale di lavorazione di sbancamento del terreno della montagna, creando dei terrazzamenti con muretti a secco su cui far crescere le viti. Un lavoro duro, faticoso e a quell'epoca fatto interamente a mano, senza l'ausilio di macchinari ma supportati dalla passione e dall'intuizione che in questa valle stretta, su

Modernisti e Tradizionalisti: il Nebbiolo di Brezza e Claudio Alario

Seconda puntata del confronto di 'stile' tra due produttori piuttosto conosciuti e apprezzati in Piemonte. Come già accennato in un precedente articolo Brezza è un produttore tradizionalista, con i suoi lunghi tempi di attesa e un utilizzo centellinato della botte che consentono al vino di esprimersi al massimo seguendo le caratteristiche del terroir. Tra i numerosi vitigni autoctoni del Piemonte il Nebbiolo rappresenta pienamente lo spirito e l'essenza del tipico contadino-imprenditore piemontese che guarda più alla sostanza che alla forma, un po' testardo e un po' matto, di sicuro innamorato perso della sua vigna e della sua vita legata alla terra e a queste colline basse, ondulate e irregolari. Come per tutti gli altri vini di Brezza, l'eleganza, la naturale rusticità e l'innato equilibrio gusto-olfattivo sono un marchio di fabbrica a cui ci si abitua facilmente. Ha un naso di viola appassita, confettura di prugna per poi allargarsi ad una delicata

Pactio Toscana Rosso Igt (2013) - Fertuna

Pactio di Fertuna Siamo in Toscana e in particolare in Maremma, a pochi chilometri da Punta Ala, dove dall'amicizia e dalla passione del Marchese Nicolò Incisa della Rocchetta (il Sassicaia vi dice niente?) e di Giuseppe Meregalli (praticamente il più grande distributore di vini italiani) è nata nel 1997 l'azienda Fertuna. Lo sfondo in cui si trovano i vigneti è di una bellezza autentica, naturale, quasi primitiva, con pochi insediamenti umani quasi tutti localizzati sulla cosa e un entroterra fatto di colline coltivate a vite e ulivi, poi boschi e macchia mediterranea con l'antica via Aurelia a solcare questo antico paesaggio proprio come già faceva ai tempi dei romani. Un elemento che apprezzo in una azienda che produce vino è l'eventuale presenza di altre colture oltre alla vite, perché queste sono in grado di garantire quella biodiversità all'ambiente, cosa che poi non può che giovare alla vite stessa. Meglio ancora poi se una parte della proprietà è la

Il Sauvignon Basarico di Adriano Marco e Vittorio

Sauvignon Basarico di Adriano Maro e Vittorio Chi pensa che ad Alba si produca solo Nebbiolo per farne dei grandi Barolo e Barbaresco si sbaglia di grosso. Ad esempio il Sauvignon Basarico dei fratelli Marco e Vittorio Adriano è piantato nelle vigne che non sono dedicate alla produzione di Nebbiolo, quindi tipicamente nei versanti a nord, nord-est, in fondo o a media collina. E' una scelta molto utilizzata dai produttori per diversi motivi. Primo perché l'esposizione a nord e a est dei vigneti non è ottimale per il Nebbiolo che deve avere più ore di sole possibile per poter raggiungere la giusta maturazione. Poi per poter ampliare la gamma di vini prodotti, spesso si tratta infatti di vini bianchi come Sauvignon o Moscato, oppure di rossi autoctoni piemontesi come Dolcetto e Freisa. Infine anche per una soddisfazione personale dello stesso viticoltore che si vuole cimentare nella sperimentazione di un vitigno diverso dal Nebbiolo, dimostrando prima di tutto a se stes

L'Inferno di Nera

Inferno di Nera Quando bevo un vino di Stefano Nera non posso non tornare con la memoria alla bellissima verticale del suo Sfursat in una fredda sera di gennaio di quest'anno ( http://bit.ly/1m98fsR ). E' stata una serata memorabile e del resto non mi capita tutti i giorni di bere annate così lontane nel tempo. E visto che parliamo di Valtellina superiore vale la pena ripassare le cinque sottozone in cui è suddivisa la Docg, ognuna con caratteristiche differenti in grado di dare vini diversi tra loro. Il Sassella è la sottozona più antica e probabilmente la più famosa e rinomata che prende il nome dal santuario mariano omonimo, poi troviamo Grumello a nord-est della città di Sondrio che consente l'utilizzo in quantità residuale di Rossola e Pignola e prende il nome dal Castello di Grumello, l'Inferno così chiamato per l'asperità dei vigneti e per le alte temperature estive che è anche la più piccola delle sottozone con i suoi 55 ettari vitati tra Poggiriden

L'Ecrù simbolo del sole della Sicilia

L'Ecrù di Firriato La Sicilia del vino si sta veramente riscattando dopo anni passati a vendere vino sfuso alle cantine del nord o a imbottigliare improbabili Nero d'Avola. E lo fa grazie ad aziende affermate di medio-grandi dimensioni come Donnafugata, Cusumano, Planeta, Tasca d'Almerita, Florio e altre più piccole ma emergenti come Graci, Girolamo Russo, Nino Barraco, Arianna Occhipinti, Marilena Barbera e moltissime altre; tra le prime non è possibile non citare Firriato. I numeri di questa azienda di Paceco in provincia di Trapani, sono sicuramente rilevanti visto che le bottiglie prodotte superano i 4 milioni, ma Firriato è un produttore che sa ricercare la qualità, è in continua espansione ed evoluzione e lo testimoniano prima gli investimenti a Favignana e sull'Etna, poi la conversione al biologico, che per una azienda di queste dimensioni non è per nulla scontata.

Il Brunello di Montalcino di Cantina di Montalcino

Brunello di Montalcino di Cantina di Montalcino Fino almeno alla metà degli anni '70 Montalcino era un semplice e rustico paesino della Toscana meridionale. Nello stesso periodo in cui il Barone Ricasoli stava studiando la formula ideale per produrre un grande Chianti, Clemente Santi si stava industriando per produrre quello che sarebbe diventato il Brunello di Montalcino. Era il 1988 e stava per nascere sua Maestà il Brunello di Montalcino. Un grande vino che ben presto è riuscito ad avere una importante visibilità all'estero grazie alla potenza di un'azienda influente come Banfi, che grazie alla sua capillare rete distributiva lo ha esportato in America consacrandolo al definitivo successo commerciale.

Un classico delle Langhe: il Barolo Bricco Sarmassa di Brezza

Barolo Bricco Sarmassa di Brezza Il Barolo Bricco Sarmassa di Brezza è una vera chicca enologica delle Langhe. Viticoltore dal taglio tipicamente classico e autenticamente territoriale, i suoi vini vanno necessariamente attesi a lungo prima di poterne gustare l'equilibrio e la raffinatezza espressiva.