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Visualizzazione dei post da giugno, 2014

CELLARINO BARBERA D'ASTI DOCG (2012) - FRANCO ROERO

Cellarino di Franco Roero Parlare di Barbera è un po' come parlare del Chianti. E' un vino pieno di storia, tradizione, identità territoriale e, in alcuni casi e con alcune eccezioni, modernità e novità. Ed esattamente come per il Chianti non si può esimersi dal distinguerne tipi e zone; Barbera d'Alba, Barbera d'Asti e Barbera del Monferrato, tipologia superiore e sottozone varie, producono vini con sfumature differenti che gli appassionati conoscono benissimo. Qualche settimana fa mi sono imbattuto in rete in un articolo sul Barbera d'Asti Cellarino di Franco Roero scritto da Lorenzo Tablino, enologo per diverso tempo presso Fontanafredda; evidentemente nome del vino e produttore mi devono essere rimasti a riposare tranquilli nella parte del cervello che custodisce la mia memoria sui vini, fino a quando ho trovato la bottiglia in uno dei miei enologici girovagare per enoteche. Franco Roero è una piccola ma ben conosciuta realtà produttiva di Montegrosso

LEONARDO CHIANTI RISERVA DOCG (2009) -CANTINE LEONARDO

Chianti Riserva di Cantine Leoanardo Le Cantine Leonardo nascono nel 1961 per opera di una trentina di piccoli produttori dell'area di Vinci, in un tempo in cui il vino che si produceva non era neppure vagamente paragonabile a quello di oggi, nel bene e nel male, ed in questo senso la lettura di Vino al vino di Soldati è illuminante. Dopo decenni di crescita, sia nel numero dei soci sia negli ettari vitati, nel 1990 viene acquisita la Cantina di Montalcino estendendo in questo modo la produzione al Brunello di Montalcino e beneficiando della sua storica crescita qualitativa e di immagine-prestigio in Italia e nel mondo. Ritornando al Chianti, la sottozona da cui provengono le uve si trova alle pendici del Montalbano, in un microclima particolare dove la brezza marina che si insinua nella valle dell'Arno consente in primavera una ripartenza qualitativa in anticipo di due settimane rispetto ad altre zone limitrofe e in estate un abbassamento delle temperature percepite

AQUILAE GRILLO IGP (2013) - CVA CANICATTI'

Grillo di Cva Canicattì La Sicilia negli ultimi vent'anni ha fatto passi da gigante nel mondo enologico italiano; questa crescita si è potuta avere grazie ad un cambio di passo anche e soprattutto mentale che ha portato da un lato all'introduzione di vitigni internazionali, su tutti lo chardonnay, ma anche alla valorizzazione dei vitigni autoctoni. Il tutto trainato prima da pochi e coraggiosi produttori, veri artigiani del vino e profondi conoscitori della vigna, poi da altrettanto coraggiosi investimenti di medi produttori. Per ultimi sono arrivati alcuni grandi gruppi o imprenditori extrasettore attirati dai particolari microclimi di questa splendida isola e talvolta dalla moda. Uno tra i vitigni autoctoni siciliani recentemente rivalorizzati è il Grillo che è coltivato tra le altre zone nella provincia di Agrigento, una delle più siccitose dell'isola, con suoli marnoso-argillosi che a Canicattì prendono un colore bruno quasi nero. La cooperativa di soci Cva C

MULLER THURGAU DOC (2013) - CEMBRA CANTINA DI MONTAGNA

Muller Thurgau di Cembra Enologicamente parlando il Trentino non gode della stessa fama di elevata qualità media di cui invece si può fregiare il vicino Alto Adige. I motivi sono diversi e sicuramente l'ambiente pedoclimatico, ma anche una certa propensione alla produzione di quantità, non hanno certo giovato alla causa. Bisogna quindi conoscere i produttori, non pochi per la verità, che da tempo hanno invertito questa tendenza puntando dritti verso le basse rese, l'attenta selezione delle uve e un lavoro corretto in cantina. Tra queste realtà Cembra Cantina di Montagna è la cantina più alta del Trentino, circa 700 mslm e i suoi terreni poggiano su una base di porfido che conferisce ai vini ottima sapidità e potenziale longevità.  Nata nel 1952 per opera di alcuni piccoli produttori ad oggi ne conta circa 400 e fa parte dell'importante gruppo La-Vis. Come si può notare dalla furba etichetta, nella linea classica vengono prodotti vini come il Muller Thurgau, l

SAGRANTINO DI MONTEFALCO DOCG (2007) - MARTINELLI

Sagrantino di Martinelli Il tipico raffreddore da cambio di stagione mi ha tenuto lontano dal vino per qualche giorno; ne approfitto quindi per mettermi alla pari e rispolverare una degustazione del Sagrantino di Montefalco di Martinelli, assaggiato in occasione del corso di secondo livello Ais di Monza. Ma prima di approcciare la degustazione risulta doveroso dire che questa giovane azienda di Bevagna, si è imposta in breve tempo all'attenzione nazionale e internazionale con i suoi vini e ha saputo sfruttare l'exploit che il Sagrantino ha avuto negli ultimi anni soprattutto sui mercati esteri e in particolare gli Stati Uniti, (soprattutto dopo che Catrine Zeta Jones e Michael Douglas hanno voluto il vino umbro per il loro matrimonio). Tutto questo ha dato un risalto enorme, peraltro meritato, al Sagrantino che ha visto incrementare notevolmente la sua produzione; ma è anche per merito dei Martinelli se alla crescita dell'export e quindi della quantità del vino pro

NUITS ST GEORGE (2009) - CHANSON PERE & FILS

Non mi capita spesso di assaggiare vini francesi, sia per questioni di prezzo sia perché devo ammettere che non conosco come vorrei questa importante realtà enologica mondiale che compete con l'Italia per il primato della quantità di vino prodotta ogni anno; concorrenza che si sposta inevitabilmente anche sul primato qualitativo, in alcuni casi indubbio soprattutto in alcune produzioni d'eccezione e sapientemente pubblicizzate e valorizzate, più raramente in termini di qualità media. E se lo Champagne lo abbiamo tutti bevuto almeno una volta nella vita, più raro è trovarsi ad apprezzare un buon vino della Borgogna, zona vitivinicola francese conosciuta per l'elevata qualità dei suoi Chardonnay, con le sue note vegetali, fresche e fruttate, e l'eleganza del Pinot nero, che in questa zona raggiunge altissimi livelli qualitativi. E ancora più precisamente è la zona più settentrionale della Borgogna chiamata Cote d'Or, con il suo terreno ricco di calcare, a rappre

PIGNOCCO MARCHE ROSSO IGT (2011) - SANTA BARBARA

Santa Barbara di Stefano Antonucci è una azienda all'avanguardia nel panorama vitivinicolo italiano, in forte crescita, con continui investimenti produttivi e di rinnovamento della proposta commerciale e con uno sguardo attento ai mercati esteri come Cina, Giappone e Brasile che le hanno consentito di superare brillantemente la crisi dei consumi italiana ed europea. Con l'aiuto dell'enologo Luigi Lorenzetti, Antonucci ha costruito una azienda da 650.000 bottiglie l'anno, partendo da Barbara in provincia di Ancona, su terreni argillosi collocati a 250 mslm e buona esposizione. I vini di punta dell'azienda sono il Mossone, un sontuoso Merlot in purezza, il Pathos un blend bordolese che vince regolarmente i 5 grappoli Bibenda, e un Verdicchio riserva che Luca Gardini ha inserito nella sua classifica dei migliori 50 vini d'Italia entro i 15 euro. Ho trovato il Pignocco in enoteca e mi ha intrigato per il singolare uvaggio utilizzato. Nel bicchiere è indiscu

TERRE LONTANE IGT (2013) - LIBRANDI

Quando parlo con gli amici dei vini rosati la risposta è quasi sempre 'a me non piacciono'. In parte la risposta peraltro scontata è un retaggio storico dovuto al fatto che nel passato si produceva tanto vino rasato di scarsa qualità, oppure il fatto che si posizioni in una terra di mezzo, quella tra i vini bianchi e quelli rossi. Ma ancora di più sembrano gli stessi produttori a non credere molto nelle potenzialità di questa tipologia di vino e di conseguenza a seguire grandi catene distributive, enoteche e via discorrendo. Ad esempio l'enotecario dal quale ultimamente mi rifornisco e che è solitamente davvero ben fornito sia di vini bianchi che di rossi, ha invece quattro e ripeto solo quattro vini rosati nel suo catalogo. Eppure le potenzialità di sviluppo per i vini rosati a mio parere ci sarebbero tutti. In primis i vini rosati hanno una loro identità ben definita che eredita la freschezza dei bianchi alla quale si aggiunge una corposità che se non è paragonabil