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Visualizzazione dei post da aprile, 2014

DEGUSTAZIONI SPARSE: FIANO DI AVELLINO, VERMENTINO, FALANGHINA

Fiano di Avellino di Quintodecimo Fiano di Avellino Exultet (2012) - Quintodecimo Già provato nel corso del 2013, annata 2009. L'annata 2012 si può bere, ma è all'inizio del suo viaggio nel tempo enologico, insomma un piccolo infanticidio Nel bicchiere prevalgono le note agrumate sia al naso che sul palato, un bouquet di miele e timo, con accenni di frutta esotica. In bocca buonissima l'acidità che gli permetterà un lungo invecchiamento; nessuna traccia invece di frutta secca che si percepirà solo con adeguato invecchiamento. L'azienda di Mirabella Eclano è di proprietà di Luigi Moio, un nome importante nella viticoltura campana e non solo, chiamato 'il professore' e studi incentrati sugli aromi del vino. Exultet è un Fiano prodotto da uve provenienti da una sola vigna, che fa un po di legno ma non invadente, di freschezza ed eleganza notevoli. Prezzo non proprio accessibile a tutti. Spigau Crociata di Le Rocche del gatto Spigau Crociata Igt (

SALICE SALENTINO DOC (2010) - LEONE DE CASTRIS

Niente da dire, quando un vino è buono lo capisci appena stappata la bottiglia. L'effluvio di frutta che si percepisce è spesso già un buon indicatore di intensità e complessità. Sul colore nel bicchiere sono parecchio indeciso: si pone tra il rubino e il granato; pensandoci un attimo propendo per un rubino con riflessi granati, tenendo anche conto del vitigno dominante, il Negroamaro con una percentuale di Malvasia nera, e dell'annata 2010. Al naso è un vero uragano di sensazioni olfattive, dove prevale la frutta in confettura, poi si apre alle spezie dolci, a delicate note minerali e di tabacco, su un finale leggermente vegetale. In bocca si fa strada prima la morbidezza data dall'alcol e dalla glicerina, poi subito parte il lavoro dei tannini sulle pareti esterne del palato. Tannini che si percepiscono senza essere invasivi. Sembra di mordere la frutta fresca e croccante. Questo vino ha tra l'altro una buona acidità, tanto che potrebbe tranquillamente s

FRIULI COLLI ORIENTALI RIBOLLA GIALLA DOC (2012) - LE VIGNE DI ZAMO'

La collina di Rosazzo forma un microclima del tutto particolare, dominato dall'influenza del vicino mare Adriatico (circa 25 km), e le discrete escursioni termiche; a questo si aggiunge l'esposizione ottimale dei vigneti, la protezione delle prealpi Carniche e Giulie dai freddi venti di origine siberiana e il sottosuolo formato da marne oceaniche ricche di elementi minerali. Siamo a una decina di chilometri dal confine sloveno e a una ventina da Udine. In zona l'Abbazia di Rosazzo colpisce per il panorama in gran parte formato da colline ricoperte di vigne e il complesso nel suo insieme; all'interno le rose offrono un bello spettacolo di contrasto con l'austerità tipica della abbazie, dove tra l'altro di produce vino dalla fine del 1200. Inutile dire che attraverso la coltivazione della vite i monaci, come nel resto d'Italia, abbiano contribuito nel corso del Medio Evo alla valorizzazione dei vitigni autoctoni e del vino in generale. Le vigne e la cant

OPALIA TINTILIA DEL MOLISE DOC (2009) - CAMPI VALERIO

Opalia di Campi Valerio Non avevo mai assaggiato una Tintilia, vitigno autoctono del Molise, ma come un tarlo che si insinua lento nel legno lavorando con tenacia e senza mai stancarsi, mi era rimasta questa voglia dal corso Ais del secondo livello, dove il bravo relatore innamorato di queste terre e di questo vino me l'aveva fatto conoscere. Quella serata però non era tra i vini in degustazione e il tarlo da quel giorno è entrato in azione, lento e instancabile, a ricomparire ogni volta che pensavo ai vini che vorrei assaggiare. L'occasione si è materializzata al corso del II livello Ais di Monza e Brianza, che questa volta mi vedono non come spettatore-studente ma come sommelier. Ma visto che ci siamo e che abbiamo un po' di tempo (giusto?) prima di assaggiarlo facciamo un piccolo viaggio tra questa terra spesso dimenticata anche a livello enologico. Tutto inizia nel periodo pre-romanico con i Pentri, popolazione sannita che vive in questi territori e che colti

I FIORI VERMENTINO DI SARDEGNA DOC (2011) - PALA

I Fiori Vermentino di Pala Mi aggiravo nella mia enoteca preferita senza una idea precisa di cosa acquistare. Le bottiglie ricoprono interamente due lati dell'enoteca, senza un ordine predefinito, o almeno senza che io l'abbia ancora compreso. Poi l'occhio mi è caduto su una bottiglia di Vermentino, forse richiamato dalla nostalgia di mare e di estate che questo vitigno da sempre mi ispira. Il Vermentino è ormai diffusissimo nella nostra penisola, anche se da il meglio soprattutto in Sardegna, Luguria (con il nome di Pigato) e Toscana, mentre in Piemonte prende il nome di Favorita, ma in questo caso si distingue abbastanza nettamente dalle viti coltivate sotto l'influenza salmastra del mare.  I Fiori, Vermentino di Sardegna dell'azienda Pala di Serdiana, è un Vermentino in purezza, coltivato su un terreno argilloso-calcareo di media collina da viti con età media di 25 anni. Nel bicchiere ha un colore paglierino con riflessi color oro, di media consiste

SEDARA IGP (2011) - DONNAFUGATA

Sedara di Donnafugata Partiamo dall'inizio, quindi dal nome che evoca un famoso personaggio del Gattopardo, quel Don Calogero Sedara sindaco del paese e padre di Angelica che si sposerà con il nobile Tancredi, in un matrimonio d'amore ma anche d'interesse tra borghesia e nobiltà. Poi l'etichetta e se è vero che l'abito non fa il monaco, una bella etichetta risulta sempre apprezzata. Nel Sedara l'etichetta rappresenta la cantina di contessa Entellina, dove il vino ebbe le sue origini. Belli i colori che rappresentano in maniera semplice uno scorcio di Sicilia. Ma veniamo ora a quello che ci interessa maggiormente, ovvero il contenuto rappresentato in massima parte dal Nero d'Avola, con la contaminazione di altre uve a bacca rossa. L'affinamento in acciaio, precede la malolattica e l'evoluzione in vasche di cemento per circa 9 mesi, poi ulteriori 3 mesi in bottiglia prima della commercializzazione. Il colore è rubino con riflessi granati, di

ANTICO CEPPO IGT (2010) - FEMAR VINI

Antico Ceppo di Femar Vini Coltivare il Syrah in Italia è una specie di scommessa, che in alcuni casi si vince e in altri si perde.  Il vitigno, originario della Francia dove raggiunge la sua massima espressione nella valle del Rodano settentrionale e in particolare nell'Hermitage, è stato poi esportato un po' in tutto il mondo, soprattutto Cile, California e Australia; in Italia viene coltivato con alterne fortune in Sicilia e a macchia di leopardo in varie regioni italiane.  La caratteristica principale dell'uva è il suo colore blu quasi nero, quindi ricca di tannini coloranti, che si ritrova nel bicchiere in un rosso rubino impenetrabile con riflessi violacei. Al naso si dovrebbero percepire note intense di frutta rossa, spezie e tabacco dovute anche ad un utilizzo discreto della barrique. Al palato è solitamente di corpo, deciso ma con tannini vellutati. Tra i Syrah italiani ne ho recentemente bevuto uno che rispecchia quasi totalmente le caratteristich

VISITA ALLA BERLUCCHI

Berlucchi La visita alla cantina Berlucchi è un classico per i sommelier Ais. Si parte alle 16.30 di un lunedì pomeriggio di fine marzo. Appena usciti dall'autostrada all'altezza di Rovato ci si imbatte in almeno una ventina di cartelli con le indicazioni dei principali produttori di bollicine franciacortine. Erbusco è ad un passo dall'autostrada ma il paesaggio comincia rapidamente a cambiare e da pianura si trasforma in dolci colline che si ricoprono via via sempre più intensamente di curatissime vigne. Tra l'altro anche un non addetto ai lavori riuscirebbe a percepire l'estrema vicinanza delle viti tra di loro, ovvero quella che viene definita come alta densità di impianto che per la Francicorta è tra le più alte del mondo. La cantina di Berlucchi si apre su un largo spiazzo che si affaccia su un bel panorama di vigne e filari a perdita d'occhio. Una volta all'interno si parte con la visita alla sterminata cantina che contiene mediamente qua

FRAPPATO DOC (2012) - VALLE DELL'ACATE

Frappato di Valle dell'Acate Devo ammettere che con il rialzo delle temperature primaverili, tendo istintivamente ad abbandonare il consumo dei vini rossi per passare piano piano ai bianchi, prima più strutturati, poi quando il caldo diventa predominante mi piace consumare i vini più semplici, fruttati e immediati. Sto quindi alleggerendo la mia cantina dei vini rossi e oggi è l'ora del Frappato. Vitigno autoctono siciliano molto diffuso nelle provincie di Ragusa e Siracusa, regala vini semplici, profondi, fruttati, dal colore rubino piuttosto scarico. Ciliegia, mirtilli, lamponi e more, acidità nella norma, tannini delicati ne fanno un prodotto di buona godibilita e di pronta beva. La sua qualità primaria consiste nell'estrema versatilità nell'abbinamento in cucina. Non ho ancora avuto modo di bere altri frappato, uno su tutti quello di Arianna Occhipinti o quello di Cos (lacuna che cercherò di colmare il prima possibile), ma questo di Valle dell'Acat