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Visualizzazione dei post da 2014

I MIEI VINI DEL 2014

Ed eccomi arrivato alla fine di un altro anno di sacrosante bevute, alcune eccellenti, molte buone o di medio livello e altre (a dire la verità poche) che mi hanno deluso. Mi è venuto quindi naturale fare un riassunto dei migliori assaggi, ma la difficoltà di sceglierli, anche in funzione della notevole diversità della tipologia dei vini, mi ha fatto capire che non potevo fare solo una semplice classifica. Ho deciso quindi di parlare dei ' fuoriclasse ', vini che per loro stessa natura e/o per la bravura del produttore si distinguono nettamente dagli altri. Spesso vanno 'attesi' e hanno costi di produzione alti, perchè in vigna viene fatta una attenta selezione delle uve e le viti magari vecchie hanno rese bassissime, mentre in cantina vengono utilizzati lieviti selezionati e affinati per anni nel legno. Oppure è stata fatta la scelta biologica o biodinamica nella conduzione del vigneto e della cantina ...in ogni caso sono vini mediamente costosi. Ci sono poi

SASSICAIA BOGHERI DOC (2009) - TENUTA SAN GUIDO

E alla fine è capitato, quando meno me lo aspettavo. Me lo sono ritrovato davanti al pranzo di Natale a casa di parenti. L'incontro con il Sassicaia è l'incontro con un mito, perchè di 'mito' si tratta e per diverse ragioni. Innanzitutto il prezzo sopra le 120 euro, esagerato secondo molti appassionati. Ma anche se la boccia non è certo alla portata di tutti, il Sassicaia riesce sempre a finire le scorte nel giro di 6 mesi e questo nonostante venga prodotto in circa 190.000 bottiglie l'anno. Poi la storia di questo vino parla di persone come il marchese Mario Incisa della Rocchetta, grande appassionato di cavalli e di vini, che bevendo un Cabernet dei Marchesi Salviati prodotto a Migliarino Pisano negli anni '50, decide di voler produrre, sui pendii di Castiglioncello nei pressi di Bolgheri, un grande Cabernet Sauvignon e non uno qualunque ma semplicemente il migliore, su un terreno che somiglia molto a quello delle Graves a Bordeaux, fatto di c

VINO NOBILE DI MONTEPULCIANO DOCG (2010) - FATTORIA PULCINO

Vino Nobile di Pulcino Quando si viaggia e ci si vuole fermare a mangiare e bere bene non c'è mai consiglio migliore di quello degli abitanti del posto. È così che l'amico Marco ha trovato la Fattoria Pulcino. Voleva portarsi a casa un ricordo della vacanza nei dintorni di Montalcino e oltre al Brunello mi aveva chiesto di indicargli un vino del posto, buono ma un po' meno costoso, con l'intento di farne un po'di scorta. Come alternative gli avevo indicato il Rosso di Montepulciano, Doc di 'ricaduta' del Brunello, oppure spostandosi un po' verso il confine con l'Umbria un più tipico Vino Nobile di Montepulciano, vino dalle antichissime origini, con un serio disciplinare di produzione che prevede la messa in commercio due anni dopo la vendemmia (tre se riserva) e l'utilizzo di Sangiovese per 80% e Canaiolo per l'altro 20%. Ma sul momento non mi venivano in mente dei produttori in particolare, così l'amico stava per dirigere i p

CENA DEGLI AUGURI DI NATALE

Alla cena degli auguri di Natale dei sommelier di Monza e Brianza non poteva mancare il vino ..... a fiumi. Ecco allora una veloce carrellata dei vini assaggiati e delle mie principali sensazioni (o almeno di quelle che mi sembra di ricordare) con una sola premessa: per gli spumanti non ho mai valutato il perlage in quanto bicchiere e luminosità della sala non lo permettevano. ESSENZA METODO CLASSICO PAS DOSÈ - AZIENDA AGRICOLA RICCHI Un bel metodo classico, nulla da dire. Viene prodotto a Monzanbano in provincia di Mantova dall'Azienda Agricola Ricchi. Questo Chardonnay al 75% e Pinot nero 25% rimane sui lieviti per ben 36 mesi. Al naso si espone su una spiccata fragranza di crosta di pane e mela (azzarderei 'golden' ma non vorrei spararla troppo grossa), mentre l'assenza di zucchero rende questo spumante molto secco, austero, deciso con il tipico pizzicore delle bollicine finissime sul palato. SPUMANTE BRUT METODO CLASSICO - CANTINA REALE Anche qui si

MONTEPULCIANO D'ABRUZZO DOC (2011) - LA VALENTINA

Montepulciano di La Valentina La Fattoria La Valentina è una bella realtà abruzzese in crescita di consenso tra appassionati e critici di vini. Fondata nel 1990 da quattro soci è ora condotta dai fratelli Di Properzio che nei suoi 40 ettari coltiva soprattutto i vitigni tipici del territorio abruzzese come Montepulciano e Trebbiano. La viticoltura in questa regione è fortunata per la particolare formazione del territorio e il suo conseguente microclima unico in Italia. Si passa infatti in meno di 100 km dal mare Adriatico con i suoi benefici influssi mitigatori alla neve del Gran Sasso. In mezzo colline e colline a perdita d'occhio dove le escursioni termiche tra il giorno e la notte influenzano sensibilmente la maturazione dell'uva e la concentrazione nell'acino di sostanze aromatiche. Tornando a La Valentina si tratta di una media azienda con circa 350.000 bottiglie prodotte che divide nelle linee Terroir, Binomio e Linea Classica. In quest'ultima categori

FALANGHINA DOC (2013) - DI MAJO NORANTE

Quando ho deciso di partire con il blog mi sono dato la regola di scrivere solo se avevo veramente qualcosa da dire, vini che mi avevano lasciato impressioni positive, la scoperta di vitigni autoctoni che non avevo mai assaggiato, storie interessanti di viticoltori, magari la scoperta di qualche piccolo produttore molto promettente ...... Avvicinandosi il compleanno delle due candeline del blog posso serenamente dire che, tranne rari momenti, lo scrivere con continuità non mi ha mai pesato e se questo è stato possibile lo si deve unicamente alla passione per questo mondo e ai vini che ho 'degustato' e ai loro produttori, che con coraggio e costanza hanno da sempre fatto del loro lavoro una passione. E' questa formula (passione nel proprio lavoro) e il suo elemento direttamente proporzionale che crea la personalità di un vino, che lo rende unico ma al contempo fedele e rispettoso del suo territorio. Falanghina Di Majo Norante Digressioni a parte veniamo all'ulti

IL MAGLIOCCO, VITIGNO AUTOCTONO CALABRESE IN CERCA D'IDENTITA'

Magno Megonio di Librandi Sul i vari tipi di Magliocco e il Gaglioppo pare ci sia sempre stata molta confusione. Il Magliocco è coltivato soprattutto nella Calabria tirrenica, in particolare nel Pollino e zone limitrofe. Di sicuro un produttore che ha molto contribuito con i suoi studi a chiarire le differenze tra i vitigni e le loro caratteristiche è stato Librandi, che con il professor Attilio Scienza negli anni '90 hanno girato la Calabria alla ricerca di varietà autoctone non ancora codificate. Fino ad allora la coltura della vite in Calabria si concentrava sulle qualità più famose, produttive e facili da gestire; per questo motivo e per il fatto che dalla metà del secolo scorso si è preferito vinificare colture monovarietali o al più concentrarsi su blend di vitigni internazionali, molti vitigni cosiddetti minori si sono estinti o hanno rischiato l'estinzione da abbandono o espianto. Ora pare che il Magliocco sia 'tornato di moda' e molti produttori han

GATTINARA PIETRO 2009 DI PARIDE IARETTI E PRIMITIVO MEZZANOTTE 2012 DI MORELLA

Gattinara Pietro di Iaretti Ci sono serate che si ricordano anche dopo diverso tempo per la piacevole compagnia, per l'atmosfera rilassata e informale del posto e naturamente per le bevute di vini di qualità abbinati a buon cibo. Questo tipo di serata si è realizzata ieri all'enoteca Abbinamento, dove siamo arrivati con una sola certezza: bere vino rosso, possibilmente non piacione e in cui ci sia una certa prevalenza delle durezze (acidità, tannini, mineralita) rispetto alle morbidezze. Dopo una rapida comparazione tra sei o sette vini la scelta è ricaduta sul Gattinara Pietro 2009 di Paride Iaretti, un vino che non avevo mai assaggiato ma di cui più volte avevo sentito parlare molto molto bene. Il Gattinara Pietro è dedicato al padre scomparso che ha lavorato la sua vigna con la passione tipica dei contadini di un'epoca ormai scomparsa. Questo Nebbiolo dell'alto Piemonte, tra Biella e Vercelli, è il frutto di vigne di età media di 50 anni, dalle rese bassi

COLLIO FRIULANO DOC (2013) - MARCO SCOLARIS

Friulano di Scolaris Mi ritrovo ancora a parlare di Friuli dopo la degustazione che ancora ricordo con piacere del Friulano di Pitars. E mi viene naturale e spontaneo aprendo questo Collio Friulano fare dei paragoni, anche se le zone produttive sono diverse, come diversi sono i produttori. Siamo infatti nel Collio, secondo molti una delle zone più interessanti del Friuli, con terreni formati da marne e arenarie, mentre il  vitigno Friulano è tra i più autoctoni che ci possano essere, presente in questa zona da sempre e già citato in documenti ufficiali nel 1300. Il produttore Marco Scolaris fa parte della terza generazione che guida un'azienda fondata nel 1924 da Giovanni Scolaris, che già a quei tempi portò l'azienda ad essere una delle più famose del Collio. La filosofia dell'azienda è quella della modernità e dell'innovazione al servizio della tradizione, che in altre parole significa stare al passo con i tempi ma cercando di fare vini comunque tipici del t

PIKLER COLLI PESARESI SANGIOVESE DOC (2009) - AZIENDA AGRICOLA BRUSCIA

Pikler di Bruscia Dell'Azienda Agricola Bruscia e di alcuni suoi vini ho già  parlato in un post del 29 Agosto. Tra i vini comprati la scorsa estate direttamente a San Costanzo, mi rimaneva in cantina il Pikler, un Sangiovese in purezza annata 2010. Ed oggi, in una piovosissima domenica di fine novembre, decido di aprirlo per accompagnarlo ad un arrosto con ripieno di prosciutto crudo e carciofi con l'immancabile accompagnamento di patate al forno. Vale la pena ancora raccontare il bellissimo contesto naturale nel quale le vigne crescono, con medie colline che si affacciano sul mare Adritico poco lontano, brezze salate continue che arrivano dal mare, tranquilli paesi arroccati sulle colline, ognuno con il loro ben tenuto centro storico, l'operosità generosa dei marchigiani. Mi piace anche ricordare che Bruscia utilizza da sempre una agricoltura biologica, una scelta di rispetto per la natura e per quello che beviamo. Questo Sangiovese riserva è uno dei vini di

MONTEFALCO ROSSO RISERVA DOC (2008) - CESARINI SARTORI

Montefalco Rosso di Cesarini Sartori Molti considerano il Montefalco Rosso come vino di 'ricaduta' del più famoso Sagrantino, un po' fratello povero un po' realtà incompiuta. Non conosco il territorio umbro di produzione per saperlo; mi limito quindi ad assaggiare il Montefalco della Cantina Cesarini Sartori senza preconcetti e senza grandi pretese, visto anche il prezzo ampiamente dentro la fascia dei vini sotto i 10 euro. In realtà questo Montefalco usa un interessante blend di Sangiovese, Merlot, Sagrantino e Cabernet in percentuali che non è dato sapere, ma che immagino variabili a seconda delle annate. E' un venerdì piovoso dai tratti tipicamente invernali quando scendendo in cantina decido di aprire questa bottiglia, che se ne stava appollaiata tranquilla tra un Sagrantino e un Etna Rosso. I proprietari della Cantina con base a Bastardo, tra Gualdo Cattaneo e Giano dell'Umbria, raccontano una storia molto sentita negli ultimi anni e cioè quell

I VINI DEL SUDAFRICA

........ e poi ogni tanto beviamolo del vino 'non italiano' quando ne abbiamo la possibilità. Certo noi lo facciamo meglio, noi siamo (tra) i migliori, ma un po' di sana curiosità di capire cosa e come si beve in altri paesi è assolutamente d'obbligo per un vero appassionato di vino. Intanto parlando di Sudafrica abbiamo la possibilità di degustare dei tagli bordolesi di ottima fattura, poi dei vitigni francesi che in Italia sono poco conosciuti (Chenin Blanc e Colombard) e infine alcuni (a dire la verità pochi) autoctoni tra cui spicca il Pinotage. Posso dire che il Sudafrica enologico mi ha sempre appassionato, con quel suo clima mediterraneo e le sue zone vitivinicole dai nomi impronunciabili ma che guarda caso sono usciti come domanda scritta al mio esame per sommelier. Ancora prima di iniziare i corsi Ais avevo frequentato un corso amatoriale sul vino tenuto da Lorenzo Colombo, giornalista da sempre esperto di vino e tenutario di Vinealia, che aveva integrat

GRECO DI TUFO DOCG (2013) - FRATELLI URCIOLO

Greco ci Tufo di Fratelli Urciolo L'Irpinia è terra di grandi vini, tra cui su tutti si possono citare Aglianico, Fiano e Greco di Tufo. Il primo è un rosso dalle grandi attese, dai colori scarichi e dalle potenzialità quasi infinite. Il Fiano è invece uno tra i primi cinque bianchi italiani per complessità e intensità gusto-olfattiva e, a differenza della maggior parte della maggior parte dei vini bianchi, è in grado di invecchiare benissimo, anzi anche lui va aspettato qualche anno in bottiglia se vogliamo assaggiarlo nel suo periodo migliore. Il Greco di Tufo è un bianco di origini antichissime, proveniente dalla Grecia (come si desume dal nome) e insediatosi particolarmente bene nella zona intorno a Tufo. Dal luglio 2003 il riconoscimento della Docg ha permesso a questo vino di ottenere un riconoscimento e visibilità peraltro meritatissima, con una qualità media in costante aumento. Ho assaggiato il Greco di Tufo dei Fratelli Urciolo all'Associazione Italiana So

FRIULANO SAN CRISTOFORO FRIULI GRAVE DOC (2013) - PITARS

Frilano di Pitars Il Friuli è giustamente considerata una regione di particolare prestigio per la produzione di vini bianchi, anche se ultimamente alcuni rossi hanno saputo affermarsi ottenendo un buon riscontro da parte dei consumatori. L'area vitivinicola più prestigiosa è senza dubbio quella collinare che costeggia il confine con la Slovenia, suddivisa tra le Doc Collio Goriziano e Colli orientali del Friuli. La parte centrale del Friuli è invece costituita dalla piana delle Grave, che da vita alla Doc Friuli Grave composta da terreni argillosi formatisi dai detriti portati a valle dai fiumi Isonzo e Tagliamento. Tra la piana delle Grave e la zona collinare si apre un'altra pianura che per la conformazione argillosa del terreno e le temperature medie più alte rispetto ad altre zone del Friuli è dedicata alla produzione di vini rossi. E dopo questa breve ma doverosa escursione per il territorio vitivinicolo friulano passiamo alla descrizione del vino assaggiato que

REFOSCO DAL PEDUNCOLO ROSSO DOP (2013) - S. OSVALDO

Refosco di S. Ovaldo Il miglior modo per valorizzare un territorio in ambito vitivinicolo è quello di coltivare vitigni autocnoni, quindi l'uva che per ragioni storiche e pedoclimatiche si è meglio adattata ad un certo territorio e che da il meglio della sua produzione quasi eslusivamente in quella zona. E il Friuli Venezia Giulia, accanto alle adattabili uve internazionali, ha da sempre puntato moltissimo sulle varietà autoctone, come ribolla gialla, friulano, verduzzo, malvasia istriana tra i bianchi e refosco, tazzelenghe, schioppettino, raboso tra i rossi. Ma tra questi ultimi non nascondo una certa simpatia e predilezione per un vitigno dalla lunga storia come il Refosco dal Peuncolo Rosso. Al tempo dei romani era già coltivato e apprezzato nella zona di Aquileia, cittadina fondata nel II secolo a. C., anche se di certo a quell'epoca il vino era molto diverso da quello che oggi ci ritroviamo in tavola e a questo proposito basti pensare alla anfore utilizzate per l

TEROLDEGO, IL VITIGNO AUTOCTONO TRENTINO PER ECCELLENZA

Quando si parla di Teroldego non può non venire subito in mente il Trentino, terra d'elezione di questo rosso autoctono, portato secondo alcuni dall'asia minore nella notte dei tempi, per altri arriva più semplicemente dalla Valpolicella dove era conosciuto con il nome di Tirodola. Sta di fatto che ha trovato in Trentino e in particolare nella Piana Rotaliana le condizioni ideali per svilupparsi, su un terreno alluvionale formato dai detriti trasportati dal fiume Noce. È un vitigno piuttosto sensibile alle condizioni pedoclimatiche, tanto che coltivato in altre zone ha prodotto risultati deludenti o comunque molto diversi dal suo standard qualitativo. Ho bevuto il Teroldego di La Vis, azienda cooperativa trentina con un elevatissimo livello qualitativo medio. Ultimamente l'azienda, in alcune sue aree di produzione, ha sposato il biologico e l'ecosostenibilita' delle sue produzioni, con prodotti finali di assoluto rilievo come il Gewurztraminer Ai Padri o lo

INSOGLIO DEL CINGHIALE, IL SUPERTUSCAN AD UN PREZZO ACCESSIBILE.

Inanazitutto un po' di storia. Dopo aver fondato e successivamente venduto a Robert Mondavi la Tenuta dell'Ornellaia, Ludovico Antinori decide di ripetere la positiva esperienza in Alta Maremma acquistando terreni nella zona intorno a Bibbona, in provincia di Livorno, creando la Tenuta di Biserno e successivamente su terreni più sabbiosi la Tenuta Campo di Sasso, sulla strada che collega Bolgheri a Bibbona. Qui viene deciso di piantare Cabernet, Merlot, Petit Verdot ma soprattutto Syrah che predilige questo tipo di terreno. Tanto per intenderci siamo nella zona dei famigerati 'Supertuscans', fortunato appellativo creato per il mercato americano che è riuscito a portare fama e investimenti su queste dolci colline non lontane dal mare. Ed è qui che viene prodotto questo Insoglio del Cinghiale, tipico taglio bordolese formato da Merlot, Cabernet Franc e Syrah, con una piccola percentale di Petit Verdot. Per creare i vini viene contattato nientemeno che Michel Rolla

I FRATI LUGANA DOC (2013) - CA' DEI FRATI

Turbiana ovvero Trebbiano di Lugana è il vitigno autoctono della zona del basso lago di Garda, che in questo vino troviamo in purezza. Ca' dei Frati è una sicurezza, una garanzia di qualità che opera sul territorio dal 1782, una azienda storica che ha in questa bottiglia una specie di portabandiera. Si dice che possa invecchiare benissimo ma personalmente ho sempre provato l'ultima annata in commercio. Quando assaggio un vino già provato almeno una volta, mi viene naturale, come penso facciano in molti, a cercare nella memoria le impressioni riscontrate. Nel mio caso il 2012 assaggiato lo scorso anno me lo ricordavo ricco e pieno, sia a livello olfattivo che sul palato. La proprietà, arrivata alla terza generazione, ha puntato ancora tantissimo sui bianchi, nonostante un recente investimento nell'Amarone. Hanno sempre creduto nel Turbiana, parente stretto del Trebbiano, dimostrandone le potenzialità di invecchiamento, ma al contempo la possibilità di berlo d'an

COSTERA CANNONAU DI SARDEGNA DOC (2010) - ARGIOLAS

Costera Cannonau di Argiolas La Sardegna è una regione che sta costantemente incrementando anno dopo anno la qualità media del vino prodotto. Sicuramente il successo ottenuto da Vermentino e Cannonau in Italia e all'estero, hanno contribuito ad una crescita da parte di molti produttori sia in termini di consapevolezza del proprio potenziale inespresso sia relativamente alla capacità di piacere in mercati sempre più esigenti e al contempo in contrazione. Ma a mio avviso la vera affermazione della Sardegna come produttore di qualità nel panorama enologico italiano e non, dovrà necessariamente passare dall'affrancamento dai confini regionali dei vitigni autoctoni che formano la spina dorsale dell'enologia sarda, come Bovale, Monica, Nasco, Nuragus, Torbato, Malvasia di Bosa e altri. Bisogna anche riconoscere che all'interno di questo scenario un ruolo importante di traino l'hanno avuto alcuni medi e grandi produttori come Sella&Mosca della multinazionale