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Visualizzazione dei post da giugno, 2013

PAUILLAC RESERVE SPECIALE (2010) - BARON DE ROTHSCHILD

Eccoci con la degustazione di un vino francese della zona di Bordereaux. E' un blend di Cabernet Savignon all'80% e Merlot al 20% e fa un invecchiamento in botti di rovere dai 3 ai 9 mesi. L'annata 2010 è stata penalizzata da condizioni di tempo non favorevoli soprattutto durante la fiorescenza della vite. Queste condizioni hanno creato un vino molto tannico, con un elevato alcol e forte acidità che ne consentirà un buon invecchiamento. All'esame visivo è rubino e consistente di un bel colore vivo. Olfatto intenso e complesso dove possiamo riscontrare almeno sei famiglie descrittive. E' fruttato e floreale, minerale, speziato, erbaceo e infine etereo. Le note ben definite di confettura e pepe nero, sconfinano in un tono appena accennato di smalto. La bocca è ricca, morbida, fresca e sapida e con una tannicità ben gestita. Si percepisce l'amarena, la liquirizia e il cacao su un finale lungo; se proprio dobbiamo trovargli un difetto lascia la bo

MONTESCUDAIO BIANCO DOC (2011) - FERRARI IRIS E FIGLI E TERRATICO DI BIBBONA BIANCO (2011) - LE VIGNE DEGLI ETRUSCHI

Durante una breve vacanza in Toscana mi sono imbattuto in due bianchi apparentemente uguali, in termini di composizione di vitigni, eppure molto diversi come caratteristiche gusto-olfattive. Il Montescudaio bianco Doc di Ferrari Iris e Figli, acquistato nel canale Gdo, è un blend di Vermentino e Trebbiano Toscano al 50%. Il colore è semplicemente bellissimo: nonostante l'annata del vino (2011) nel bicchiere è di un giallo oro brillante. Intenso e abbastanza complesso, prevalgono le note vegetali ed erbacee con qualche tema di frutta e fiori più nascosti e quasi sovrastati. In bocca è caldo e morbido e tra le durezze è fresco e sapido, quindi equilibrato e abbastanza persistente; piuttosto netti i sentori di frutta, soprattutto melone bianco maturo e pesca gialla. Nel complesso eccellente il colore e particolare nell'esame olfattivo. Deve piacere. Un po' più ruffiano il Terratico di Bibbona bianco Doc Le Vigne degli Etruschi, anche qui Vermentino e Trebbiano

IUTURNA BIANCO ALTO ADIGE DOC (2011) - MASO THALER

Maso Thaler è una piccola ma interessante realtà dell'Alto Adige che opera nella zona di Gleno (BZ). Tre i vini prodotti: un Pinot Nero di cui ha già parlato in un precedente post su Vinix il bravo Alessandro Zingoni, un Sauvignon in purezza e un interessante blend di Chardonnay e Pinot bianco chiamato Alto Adige Bianco Doc. Ho assaggiato quest'ultimo vino acquistato con VGM. E' di colore giallo paglierino scarico con qualche riflesso verdolino che ne sottolinea la giovinezza; al naso si percepiscono soprattutto le note dello chardonnay, in particolare un accenno ai frutti tropicali, anche se nel complesso il naso non è particolarmente intenso. Al palato invece è una vera sorpresa per equilibrio e nerbo, con una buona componente pseudocalorica e un'ottima mineralità sostenuta da una buona spalla acida. Il finale abbastanza lungo è caratterizzato da una bella salivazione. E' un vino dalle ottime potenzialità e con una rapporto qualità prezzo eccezionale (sopr

NUSTRANEL (2012) - VALCURONE CASCINA CASARIGO

La Brianza avrebbe una lunga storia enologica da raccontare. I vini citati dal Manzoni e dal poeta dialettale milanese Carlo Porta escono in effetti dal passato remoto ed erano prodotti con vitigni autoctoni purtroppo oggi estinti (inzaga, corbera, guernazza, boutascera...). Da una rilettura di Vino al Vino di Mario Soldati cito testuale: 'Viticolarmente la posizione geografica di tutta la Brianza è quanto di meglio si possa desiderare. Si alza e si affaccia sulla pianura padana, come un immenso spalto tra un ramo e l'altro del lago di Como. Alti monti la difendono dalle tramontane. Le brume e le nebbie, che salgono dalla pianura padana e dai laghi, la sfiorano fruttuosamente: è chiaro ormai che il vino più delicato e più squisito deriva sempre da uve maturate al limite estremo delle condizioni climatiche e geoponiche necessarie alla vita. . ... Il Montevecchia può essere definito un vino da pasto affascinante ....e per un pasto normale durante un giorno lavorativo addir

BARBERA D'ASTI LAVIGNONE DOCG (2011) - PICO MACCARIO

Arrivando dalla statale che collega Alessandria ad Acqui Terme e dopo aver svoltato a destra a circa metà strada in direzione di Mombaruzzo e Nizza Monferrato ci si inoltra in un paesaggio diverso, dove la vite sostituisce il grano e il granoturco. Si incontrano piccoli paesi su una strada che si fa via via sempre più stretta con leggeri saliscendi. Dopo aver superato San Rocco si incontra sulla sinistra una collina dai pendii dolci e coltivata interamente a vite, coi filari ben tenuti e una rosa all'inizio di ogni filare. Un cartello indica l'inizio della tenuta di Pico Maccario, importante produttore dell'alto Monferrato, e proseguendo sulla stessa strada ci si imbatte sulla destra nel poderoso cancello in ferro battuto dell'entrata. Pico Maccario qui è sinonimo di modernità, visione di lungo periodo, investimenti in vigna, in cantina ma anche nel marketing, concetto quasi sconosciuto da queste parti. Il Lavignone, Barbera 100%, uve provenienti unicament

BARBERA D'ASTI DOCG SAN SEBASTIANO (2010) - PAOLO PIZZORNI

Occorre premettere che in questo post probabilmente non sarò del tutto imparziale. Ho conosciuto l'alto Monferrato tanti anni fa come figlio adottivo e me ne sono subito innamorato. Il paesaggio collinare interamente coltivato a vigna, piccoli paesi sul cucuzzolo delle colline con gli immancabili campanili e chiese di ogni forma e dimensione. I piemontesi di qui sono gente tranquilla, alcuni un po' chiusi come nell'immaginario collettivo ma sempre cortesi e rispettosi delle idee altrui. E' bello viaggiare tra queste strade strette e tortuose, dove incontri più trattori che auto; ogni tanto la vista si apre su qualche valle più ampia, con i boschi ancora intatti sul fondo dove la vite non viene coltivata, le strade bianche che si intrecciano dirette ai vigneti con i filari regolari e ben tenuti. In particolare nei paesi tra Ricaldone e Mombaruzzo si apre una strada diretta ad Aqui Terme. Incomincia una discesa dolce e piena di curve, ai lati è un susseguirsi di

TOKAJI ASZU (1993) - DISZNOKO

Non mi capita tutti i giorni di degustare un vino di 20 anni. La fortuna arriva una sera di maggio, sotto forma di questo Tokaji Aszu, chiaramente di provenienza ungherese. Il colore è vivo e brillante, ambrato con riflessi ancora dorati. Intenso complesso e fine, al naso rivela un fitto bouquet di albicocca e miele di castagno, frutta candita e frutta secca, e ancora note agrumate e sulfuree (terreno vulcanico?). Qualcuno dei miei amici ci sente pure lo zafferano, i fiori di camomilla, il dattero . . . All'esame gusto-olfattivo si rivela naturalmente dolce, caldo e morbido. Con grande sorpresa esprime una acidità fuori dal comune per un vino di 20 anni, tanto da far pensare che abbia ancora bisogno di invecchiare un po' !!! Intenso e persistente, anche se piuttosto asciutto al palato, sviluppa piacevoli e nettissime note agrumate soprattutto mandarino e arancia e note citrigne per via retronasale. L'abbinamento con la pasticceria secca è risultato semplicemente i

ERBALUCE DI CALUSO DOCG (2011) - CANTINA SOCIALE DEL CANAVESE

E' la prima volta che assaggio un Erbaluce, un vino prodotto soprattutto intorno al paese di Caluso, non lontano dal lago di Viverone e dalle sue colline moreniche di origine glaciale, che ha ottenuto la Docg nel 2010. E' un vino anche piuttosto raro e 'poco appariscente', difficile trovarlo nella Gdo o nelle carte dei ristoranti. . Nel bicchiere il colore è di un giallo paglierino con delicati riflessi verdolini. Al naso è abbastanza intenso e abbastanza complesso; dominano i sentori floreali e fruttati, fiori di campo e soprattutto mela verde. Al gusto è secco, fresco e sapido, con una buona nota minerale nonostante il vino sia relativamente giovane su un finale leggermente ammandorlato. Vista la delicatezza del vino, tutt'altro che esuberante nei profumi e sapori, l'abbinamento consigliato è con piatti delicati. Io l'ho abbinato ad un formaggio fresco, ma forse il matrimonio perfetto avrebbe avuto luogo con un buon pesce di lago oppure con min

RADICI DEL SUD 2013

Interessante appuntamento dal 4 al 10 giugno 2013 per la manifestazione vitivinicole ‘Radici del sud’. L’appuntamento quest’anno si tiene alla Masseria Caselli di Carovigno (BR), con circa 240 aziende partecipanti e la presenza dei migliori vitigni autoctoni delle regioni Puglia, Campania, Basilicata, Calabria e Sicilia. Tra i vitigni più interessanti i bianchi campani Fiano, Greco, Falanghina, il rosso Aglianico (Campania e Basilicata) e ancora i siciliani Nerello Mascalese, Nero d’Avola e i pugliesi Nero di Troia, Bombino, Primitivo e Negroamaro (e a tanti altri). Oltre alle degustazioni e alle verticali di vini molto interessanti, le visite guidate alle aziende produttrici, si avranno anche incontri BtoB tra produttori, buyer, importatori e giornalisti. Con una giuria di esperti nazionali e internazionali, tra cui spicca quest’anno la prestigiosa presenza di Daniele Cernilli e l’attenta organizzazione di Nicola Campanile e dei giornalisti Luciano Pignataro e Fra

NERO D'AVOLA DOC SANTA CECILIA (2008) - PLANETA

Il nero d'avola è senza dubbio il più rappresentativo dei vitigni siciliani. Con questo vitigno si possono fare grandi vini o come delle volte accade i soliti vini da taglio e la differenza sta tutta nel come si lavora in vigna e in cantina. Per fortuna la viticoltura siciliana negli ultimi anni ha fatto passi da gigante nell'ottenimento di alti standard qualitativi. Planeta produce il Santa Cecilia a Noto, una delle zone più vocate per questo vitigno, su terreni calcareo argillosi a 50 metri di altitudine. Dopo una permanenza sulle bucce di 12 giorni viene eseguita la svinatura e il successivo affinamento in barriques di terzo passaggio. Al bicchiere è di un bel colore tra il rubino; rotondo e consistente. Un ricco bouquet fruttato e floreale, si riconosce l'amarena, le spezie come la noce moscata, il cioccolato e note di legno un po' più che accennate. Al palato si distingue per una grande eleganza di alcol, buona freschezza e sapidità, ottima persistenza,

FIANO DI AVELLINO DOCG EXULTED (2009) – QUINTO DECIMO

Premetto che il Fiano di Avellino è uno dei miei bianchi preferiti per la sua grande struttura ed eleganza, la sua incredibile capacità di invecchiamento senza perdere in acidità. Si produce ancora a Lapio e dintorni ovvero nella zona dove i greci per primi lo piantarono. E questo Fiano di Avelino Docg Exulted di Quinto Decimo è senza dubbio un vino che può e deve sfidare il tempo. Prodotto a 570 metri di altitudine su un terreno argilloso-calcareo, subisce la fermentazione sia in acciaio sia in tini di rovere francese per poi passare all’affinamento ancora in parte in acciaio e in parte in barriques di rovere francese, nella perfetta tradizione di Luigi Moio. Questo 2009 si è subito presentato di un giallo paglierino con importanti riflessi dorati. Di intenso impatto olfattivo si presenta complesso con sentori di agrumi (limone), una buona mineralità e frutta matura esotica, con alcune note di miele. Al palato il 2009 sta iniziando ora ad equilibrarsi, con ott