Passa ai contenuti principali

Post

Visualizzazione dei post da 2013

AUGURI DI UN ENOICO 2014

E' trascorso quasi un anno da quando ho iniziato a scrivere su questo blog e i motivi per cui ho iniziato a farlo e gli obiettivi che mi ero prefissato sono rimasti gli stessi. Ho aperto il blog 'Baccanera88' con l'intenzione di tenere una memoria storica dei vini che bevevo, per costringermi a riflettere su quello che stavo degustando, mettendo per iscritto le sensazioni che il vino mi trasmetteva e contemporaneamente poterle condividere con qualcuno. Ho scelto di pubblicare solo vini che in qualche modo mi sono piaciuti, per evitare di dare giudizi negativi su uno dei lavori a mio avviso più difficili che ci possano essere ovvero quello del produttore di vino, di cui nutro profonda stima e anche . . . . un po' di invidia. Mi piace poi pubblicare vini con un buon rapporto qualità-prezzo perché lo ritengo un plus importante per me e i lettori, non importa se di produttori sconosciuti o di grandi aziende con importanti piani di marketing. Nessun preconc

MOSCATO D'ASTI VILLA DOCG - MARCO BIANCO

Il Moscato con il panettone è una vera istituzione e pazienza se c'è chi ancora non lo ama. Se posso permettermi di dare un consiglio (anche se sono sicuro che la maggior parte dei lettori di questo blog lo fa già da tempo), dimenticatevi la confezione di panettone industriale abbinata ad una improbabile e stucchevole bottiglia di moscato. Fate il salto di qualità: panettone da pasticceria e moscato da 15 o anche 20 euro e vi sembrerà di bere e mangiare qualcosa di completamente diverso. Come per la maggior parte dei vini dolci la componente sapida e quella acida devono assolutamente essere presenti per evitare che le morbidezze delle uve aromatiche si trasformino in un sorso stucchevole (e da qui l'idea che il Moscato ' a me non piace '). Inoltre è fondamentale anche la temperatura di servizio: 6-8 gradi ovvero un paio di gradi in più dello spumante secco; la temperatura adeguata permetterà di esaltare le durezze (se presenti). Marco Bianco è un produttore di

BRUT TRENTO DOC - CANTINE FERRARI

Non poteva mancare un'azienda simbolo della spumantistica italiana come le Cantine Ferrari sulla tavola di Natale ad accompagnare adeguatamente e senza strafare gli infiniti antipasti e volendo anche i primi a base di pesce. Cantine Ferrari è un'azienda trentina che ha iniziato la produzione nel lontano 1902, con l'intento di 'imitare' la fortunata produzione degli champagne francesi. Nel 1952 il cambio di proprietà con l'arrivo di Bruno Lunelli, titolare di una conosciuta mescita a Trento, che incrementa sensibilmente la produzione. La collezione di prodotti della Cantine Ferrari inizia proprio con il Brut, il suo prodotto più semplice e forse più venduto. Sicuramente un'altra struttura e qualità rispetto al Perlè Nero che ho assaggiato nel corso di Bollicine di festa a Misinto (vedi post del 18 ottobre) e tuttavia non sfigura per semplicità abbinata ad una innata eleganza. Solo uve Chardonnay con affinamento sui lieviti di 24 mesi e una qualità c

LE DIOCIOTTO LUNE - MARZADRO

Un post sulle grappe ancora mi mancava. Ho deciso di rimediare con una grappa acquistata in Trentino, ma che si può trovare ovunque perché molto famosa. La Marzadro di Nogaredo è una delle aziende produttrici di grappa più famosa d'Italia, con una lunga storia alla spalle iniziata nel 1949 e alla cui guida oggi siede la terza generazione; è rimasta quindi una azienda famigliare anche se le dimensioni sono man mano aumentate come si può anche intuire dall'ampia offerta commerciale e dalla presenza sul territorio sia con eventi che come distribuzione commerciale. La 'Diciotto lune' affina (come si può intuire dal nome) per 18 mesi in piccole botti di legni diversi; degustata nel tipico bicchiere appositamente studiato per la degustazione della grappa regala un aroma complesso, con in primo piano i sentori di tabacco e un accenno di vaniglia e frutta candita. In bocca è delicata, gentile e morbida, con l'alcol al 41% che non disturba il palato. Presto seguirà

FRANCIACORTA BRUT (2012) - IL MOSNEL

E' per me difficile pensare a come si possa dimenticare nel frigorifero una bottiglia magnum del Franciacorta Brut Il Mosnel (anche se si tratta di un regalo aziendale) per ben un anno !!! Ma mi rendo conto che non tutti sono degli appassionati di vino o comunque in grado di apprezzare una buona bottiglia di Franciacorta. In ogni caso un anno per un prodotto di buona qualità e in ottimo stato di conservazione (senza soprattutto i tanto temuti sbalzi di temperatura) non è molto tempo, anche se si tratta di spumanti. La Franciacorta attraverso i primi importanti produttori e poi con la capacità e la passione della maggior parte degli attuali ha saputo costruirsi un futuro enologico là dove in passato c'erano dei semplici e onesti vini e nulla più. La conversione verso le bollicine e la rapida riconoscibilità a livello nazionale e internazionale ha quasi del miracoloso se non si conosce la zona e la storia di questi vini e dei suoi produttori. Tra questi Il Mosnel ha pu

SFORZATO DI VALTELLINA DOCG (2007) - CONTI SERTOLI SALIS

L'unica regione dove il Nebbiolo è in grado di esprimersi al meglio, Piemonte a parte, è la Lombardia e in particolare la Valtellina. Esposizione delle vigne a sud, un microclima particolare con frequenti escursioni termiche tra il giorno e la notte, l'influenza dell'Adda e del vicino lago di Como e una ventilazione costante, fanno della Valtellina una zona vocata per la produzione vitivinicola e in particolare dell'esigente Nebbiolo chiamato in loco Chiavennasca. Questo vino nasce 'forzando' l'uva ben oltre il suo periodo ideale di maturazione, con raccolta verso la fine di Ottobre, oltre ad un successivo appassimento degli acini per un periodo che può arrivare fino a Marzo. I grappoli di conseguenza perdono gran parte del loro peso, concentrando zuccheri e sostanze fenoliche. Non dimentichiamoci inoltre il faticoso lavoro in vigna, sui declivi terrazzati e con conseguente scarsa meccanizzazione del lavoro, cosa che in parte occorre dirlo si riflette

GRECO DI FUFO DOCG (2012) - FEUDI DI SAN GREGORIO

A farsi un giro tra i siti di produttori vitivinicoli vari, c'è davvero di che divertirsi. Dai più blasonati ai perfetti sconosciuti sembra che si sia sviluppata un'attenzione davvero maniacale per la qualità. In vigna si parla di potatura corta, densità d'impianto, attenta selezione dei grappoli, vendemmia manuale e utilizzo al minimo indispensabile di sostanze chimiche; in cantina invece i must sono acciaio inox, temperature controllate, botti di rovere di secondo passaggio, attento contatto del mosto con le bucce, batonage, lungo affinamento sui lieviti, fermentazione malolattica ecc. Quale azienda vitivinicola, almeno a parole, non presta una maniacale attenzione a tutti questi importanti passaggi? Dato quindi per 'appurato' che il concetto di qualità è ormai presente nel 100% dei produttori italiani di vino si apre un bivio a cui non si può sfuggire. Può una azienda produrre milioni di bottiglie l'anno, vendere nella grande distribuzione a prezzi

INSOGLIO DEL CINGHIALE IGT (2012) - TENUTA CAMPO DI SASSO

L'Insoglio del cinghiale è il classico vino che divide gli enoappassionati. La zona di produzione è tra le più vocate della Toscana in particolare per la coltivazione dei vitigni internazionali Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Merlot e Syrah tra i rossi e Voigner tra i bianchi. Tanto per intenderci confina con la fortunata Doc Bogheri, con i suoi supertuscan venduti in tutto il mondo a prezzi non proprio economici, consulenze di winemaker internazionali e un marketing degno delle grandi aziende che ha saputo catturare l'interesse di Wine Spectator & C. La Tenuta di Biserno, nel territorio di Bibbona, viene acquistata in anni recenti da Ludovico e Piero Antinori, storica famiglia che opera nel mondo del vino da intere generazioni e che, piaccia o meno, hanno scritto un pezzo di storia enologica italiana con altri grandi produttori come i Frescobaldi, i Gaja ecc. La zona è come detto molto adatta alla coltivazione dei vitigni internazionali e gode di un paesaggio b

DROPPELLO IGT (2012) - TENUTA FERTUNA

A livello vitivinicolo la Toscana è una terra dominata dai rossi. Quasi sempre di razza e mai scontati, ci si può perdere tra le migliaia di etichette, produttori, doc e docg, vitigni e sottozone. Di bianchi invece se ne vedono di pochini. Alcune aziende li propongono ma si ha l'impressione che la motivazione sia più che altro completare la gamma di offerta ai clienti più che una vera vocazione. Certo le eccezioni ci sono e anche di buon livello come dimostrano la Vernaccia di San Gimignano, il Bianco di Pitigliano, il Montecarlo solo per citarli alcuni. Nel 2011 un tentativo, a mio avviso abbastanza coraggioso, l'hanno tentato alla Tenuta Fertuna, di proprietà di Meregalli, uno dei più grandi distributori di vino italiano. Dalla collaborazione con Nicolò Incisa della Rocchetta, proprietario della Tenuta San Guido (Sassicaia), nasce questo particolare Sangiovese vinificato in bianco arrotondato con l'aggiunta del Sauvignon blanc. Il 2012 nel bicchiere è giallo pag

BARDOLINO CHIARETTO DOC (2012) - CANTINA VALPOLICELLA NEGRAR

Il bardolino è un vino che si produce in provincia di Verona e in particolare sulla sponde orientale del lago di Garda (Affi, Castelnuovo del Garda, Lazise, Bardolino, Cavaion Veronese ecc). Esprime tutta la ticipità di questo territorio con i suoi terreni sabbiosi e calcarei, in grado di regalare vini giovani e freschi, piacevolmente fruttati da consumarsi giovani per poter cogliere appieno la loro fragranza. I vitigni impiegati sono quelli tipici della zona: Corvina, Molinara e Rondinella. La densità di impianto per la verità non è elevatissima (2.500-4.000 viti per ettaro) ma la potatura secca per ceppo è piuttosto corta (8-18 gemme). La macerazione sulle bucce di 24 ore gli dona un colore rosa tra il cerasuolo e il chiaretto. Successivamente effettua la fermentazione alcolica alla temperatura controllata di 18°C per mantenere intatte le doti di freschezza e sapidità. Bellissimo colore buccia di cipolla, abbastanza consistente con archetti non ravvicinati e abbastanza vel

RONC DI ZORZ COLLIO DOC (2011) - LIVON

La zona del Collio Doc è senz'altro un'area molto vocata per la viticoltura friulana. Il terreno è costituito da rocce marnoso-arenacee derivanti da limi, argille calcaree e altri detriti di origine alluvionale, che costituisce un particolare terreno chiamato 'flisch di Cormons' soggetto a forti erosioni e su cui le viti poggiano le loro radici, influenzando le caratteristiche aromatiche dell'uva e la sapidità del vino. E' una zona di colline a perdita d'occhio su cui la vite è coltivata da tempi lontanissimi (si parla del XIII-XII secolo a.C.) e che gode della protezione delle Alpi Giulie per quanto riguarda i freddi venti di bora. Si producono vini bianchi freschi e sapidi con ottime capacità di invecchiamento. Ho assaggiato il Ronc di Zorz di Livon da uve di Tocai Friulano. Cristallino e paglierino all'analisi visiva si rivela intenso e abbastanza complesso al naso. Floreale ma soprattutto frutttato con in evidenza il bouquet di mela, agr

FRANCIACORTA CUVEE PRESTIGE - CA' DEL BOSCO

Ho avuto modo di apprezzare ancora una volta il vino di partenza della rinomata maison di Erbusco e devo dire di rimanerne ogni volta impressionato. Impressionato per l'assoluta eleganza di questa Cuvèe di Chardonnay (75%), Pinot nero (15%) e Pinot bianco (10%), assemblata con vini di riserva delle migliori annate (20%) e affinamento in legno dai 6 ai 10 mesi. Impressionato per l'incredibile versatilità di questo vino, anche se solitamente compare sulle tavole in accompagnamento ai classici aperitivi salati e (orrore) alle torte. Ancora impressionato per l'elevato rapporto prezzo-qualità che ne fanno uno spumante di medio livello assolutamente concorrenziale. E poco importa se i puristi dello spumante Dosaggio zero o Extra brut storceranno il naso, o peggio i sostenitori ad ogni costo dello Champagne non possano neanche pensare di paragonare questi vini alla classe dei vini d'Oltralpe (e infatti nessun paragone va fatto trattandosi di vini completamente diversi).

BONARDA OLTREPO' PAVESE DOC RUBIOSA (2012) - AZIENDA AGRICOLA LE FRACCE

E' difficile sintetizzare le diverse realtà vitivinicole che compongono la Doc Oltrepò Pavese. Volendo generalizzare da queste colline formate da terreni argilloso-calcarei si producono dei vini rossi frizzanti, freschi e beverini. La parte più alta delle colline è riservata alla spumantistica con la Docg Oltrepò Pavese Metodo Classico a premiare il lavoro svolto negli ultimi anni di continuo miglioramento della qualità produttiva. Un tempo l'Oltrepò Pavese era il principale riferimento vitivinicolo dell'area milanese, con una miriade di piccole aziende a conduzione famigliare che vendevano il vino sfuso. Con il tempo e la crescente concorrenza molti si unirono alle nascenti cantine sociali. Ad oggi l'Oltrepò Pavese ha ancora una grande capacità produttiva se è vero che oltre il 70% del vino prodotto in Lombardia proviene dalle sue dolci colline. I vitigni più rappresentati sono la barbera, soprattutto verso il piemonte, la croatina, il pinot nero e per finire

VENETO IGT LE FRAGHE (2012) - MATILDE POGGI

Ecco il classico vino che non ti aspetti. L'avessi visto in enoteca o al supermercato non credo l'avrei acquistato. Tappo a vite, etichetta abbastanza anonima e una denominazione, Veneto Igt, dove si può trovare di tutto e di più. Prodotto con uve Garganega a Cavaion Veronese, vigne con esposizione sud ad una altezza media di 190 mslm. Invece, assaggiato durante una serata Ais, mi sento di consigliarlo senza indugio. Cristallino e paglierino, tra l'abbastanza consistente e il consistente. Bella l'intensità e interessante la complessità olfattiva con note fruttate di banana, pesca gialla, spezie dolci come la vaniglia (ma solo accennate), caramella mou e una bella vena minerale. In bocca si sente una piacevole sensazione pseudocalorica. E' un vino morbido, sostenuto dalla parte delle durezze da una consistente spalla acida e sapida, anche se è meno ruffiano che al naso. Finale mediamente lungo con gli agrumi in evidenza. Riassumendo alcol elegante, bel

FONTE DEL RE LACRIMA DI MORRO D'ALBA (DOC) 2012 - UMANI RONCHI

Il Lacrima di Morro d'Alba è un vitigno semiaromatico che viene coltivato esclusivamente nelle colline intorno a Morro d'Alba, cittadina di 2000 abitanti adagiata sulle dolci colline marchigiane e a circa 15 km dal mare adriatico. Come riporta un lungo articolo di Bibenda, sembra che il primo personaggio famoso ad innamorarsi di questo vino sia stato Federico Barbarossa, che nel lontano 1167 si insediò a Morro d'Alba con le sue truppe per dare l'assalto ad Ancona. Chiaramente il vino di allora era molto diverso da quello che oggi possiamo trovare in commercio. Ancora in anni (enologici) abbastanza recenti veniva considerato un vino rustico; l'affinamento enologico e la caparbietà di alcuni produttori verso una continua ricerca della qualità hanno portato questo vino ad essere conosciuto in tutta Italia e talvolta anche all'estero (v. paesi anglosassoni). Come molti sanno il nome di questo vitigno deriva dalla particolarità del suo acino che durante la ma

VERTICALE DI BAROLO BRUNATE MARCARINI

Splendida verticale di Barolo Brunate Marcarini a casa dell'amico Camillo. Ben sedici (16 !!!) le bottiglie degustate con alcune annate storiche sia per età sia per qualità. Abbiamo degustato due annate alla volta accompagnando i Barolo con un'ottima cena e una altrettanto bella compagnia. Annata 2009 Messo in commercio da poco più di due mesi, mostra una stoffa non comune per un vino così giovane. Percettibili soprattutto le note di terra bagnata, humus e sottobosco. Tannini naturalmente ancora molto potenti. Giovane. Annata 2008 Leggermente inferiore all'annata 2009. Stenta un po' ad aprirsi. I tannini sono molto aggressivi. Giovane. Annata 2007 e 2006 Due annate molto simili, tanto che è praticamente impossibile distinguerle. Frutti di bosco e spezie in bella evidenza. Per il resto sono vini ancora molto giovani e che si faranno attendere a lungo vista l'elevata acidità. Annata 2005 e 2004 Anche qui due annate molto simili anche a partire dal

MOLAMATTA COLLIO DOC (2011) - MARCO FELLUGA

Produttore friulano molto conosciuto, si distingue per l'elevata qualità dei suoi prodotti a partire da quelli che possono essere definiti i vini base o vini di partenza dell'azienda. Il Collio Bianco Doc Molamatta nasce nel comune di Farra d'Isonzo, su un terreno formato da marne e arenarie che garantisce al vino grande sapidità tipica di questo territorio, con un uvaggio formato da Pinot bianco (40%), Tocai friulano (40%) e Ribolla gialla (20%). Il Pinot bianco viene fatto fermentare in botti di rovere mentre Tocai e Ribolla gialla fanno solo acciaio. Ne consegue un vino dal colore giallo dorato non particolarmente carico. Al profumo regala in primis la frutta esotica e un ricordo di spezie dolci come la vaniglia. Ma il meglio lo riserva al palato, con una grande eleganza, bel corpo e perfetto equilibrio tra morbidezze e durezze. Matrimonio perfetto con del coniglio arrosto con accompagnamento di  funghi porcini.   

IL MARZEMINO: UN VITIGNO AUTOCTONO TRENTINO

Spesso sento dire 'a me non piacciono i vini tipo il Marzemino' e tutte le volte mi chiedo il perchè. Il Marzemino è un vitigno autoctono italiano che si è adattato particolarmente bene al microclima e al terreno basaltico del basso Trentino. In particolare è tipico della Vallagarina, identificata come l'ultimo tratto della valle percorsa dall'Adige che ha come limite estremo superiore il paese di Besenello a circa 10 km da Trento e lo sbocco della pianura padana come limite inferiore. Il Marzemino è coltivato con il tipico sistema della pergola trentina, il suo grappolo è medio-grande con acini di un bel colore rosso scuro. Solitamente il mosto vede un breve contatto con le bucce. E' un vino di medio corpo e media struttura, con bei profumi fruttati e floreali, di buon equilibrio e con un certo finale amarognolo. Semplice e fresco risulta estremamente versatile e a differenza di altri vini più impegnativi può accompagnare tantissimi piatti della cucina i

I VINI PASSITI - COLLI ORIENTALI DEL FRIULI DOC E BREGANZE DOC

Ci sono tre possibilità di produrre vini passiti. Il primo metodo è la vendemmia tardiva e consiste in una sovramaturazione di alcune settimane delle uve sulla pianta. I grappoli si concentrano di glucosio e soprattutto fruttosio anche se tendono a perdere parte della loro preziosa acidità. Il secondo metodo utilizzato consiste nell'appassimento delle uve al sole, se il tempo lo permette, o in appositi locali arieggiati per evitare lo sviluppo di muffe dannose. Sempre più spesso si ricorre all'appassimento forzato, dove tramite il sistema della ventilazione artificiale con aria a 30 °C il tempo di appassimento si riduce notevolmente. Per finire ci sono gli Icewine, o vini di ghiaccio. Molto diffusi in Canada e Germania; in questo caso gli acini vengono lasciati tutto l'inverno sulle viti ad appassire e raccolti a gennaio con temperature medie molto basse. La concentrazione naturale del contenuto zuccherino e di altre sostanze estrattive unita all'utilizzo di vit

BAROLO CHINATO (2011) - CERETTO

La fama del Barolo chinato è progressivamente calata nel corso del tempo, principalmente a causa del fatto che spesso si utilizzavano le uve meno pregiate di Nebbiolo per la sua produzione. Ceretto ha fatto sicuramente una scelta ben diversa per il suo Chinato. Produttore mitico di Alba, è famoso per i suoi Barolo e Barbaresco ma vince spesso premi e riconoscimenti internazionali anche con i più semplici Arneis e Dolcetto. La produzione prevede che le erbe e la china vengano messe in infusione in alcol e aggiunte successivamente al vino. Si procede alla aggiunta di zucchero e il tutto viene posto in legno per un periodo variabile di circa 6 mesi. Questo periodo di affinamento è fondamentale affinchè si abbia la corretta amalgama di vino ed essenze. Ne esce un vino limpido, dal colore granato con riflessi aranciati. Al naso si percepisce netta la china, il rabarbaro, una nota minerale oltre ad una gradevole speziatura, mentre solo dopo un po' di riposo nel bicchiere si

CARMENERE CASILLERO DEL DIABLO (2011) - CONCHA Y TORO

Concha y Toro è una delle aziende vitivinicole più grandi del Cile ed una di quelle che esporta maggiormente all'estero. In Italia viene importato e distribuito da Castello Banfi dal 2004. Casillero del Diablo è uno dei marchi dell'azienda che contraddistingue le produzioni di monovarietali: Cabernet Sauvignon, Syrah, Chardonnay ecc. Tra questi mi ha incuriosito un vitigno che non avevo mai provato: il carmenere. Vitigno bordolese è diffuso soprattutto in Cile, Stati Uniti e .... Veneto. Prodotto nella Rapel Valley, zona centrale del Cile, la protezione delle Ande alle spalle e l'influsso dell'Oceano Pacifico di fronte creano un microclima ideale per la crescita della vite. Il vino si presenta rosso rubino impenetrabile, con archetti fitti e lacrime che scendono lente nel bicchiere. Il profumo è intenso e complesso, dove su tutto prevalgono le note speziate, gli aromi di prugne e frutti di bosco e il legno sotto forma di tabacco un po' invadente per i mi

BOLLICINE IN FESTA - X EDIZIONE - PARTE II

Proseguendo nel bel viaggio delle bollicine italiane mi sono diretto deciso verso la sperimentazione, ovvero l'assaggio di bollicine per me nuove. Il Metodo classico Brut Rosè di Falesco è prodotto con Pinot nero coltivato nel punto più alto dell'azienda di Montecchio, a 450 m.s.l.m. Leggera macerazione sulle bucce che conferisce il colore 'buccia di cipolla', i profumi varietali tipici del Pinot nero, bocca particolarmente setosa combinata ad un bella struttura, sono le principali caratteristiche di questo vino prodotto dall'azienda di proprietà del famoso enologo Cotarella. Il Monogram Brut millesimato dell'azienda Castel Faglia, è prodotto prevalentemente con Chardonnay, con un 10% di Pinot nero. Profumi delicati di agrumi, particolarmente secco e sapido, una bella cremosità in bocca, questo vino fa 36 mesi di affinamento sui lieviti. Bella prova per il Salvadek extra brut millesimato di Monte Rossa. Famosa per vincere diversi premi con il Cabocho

BOLLICINE IN FESTA - X EDIZIONE - PARTE I

Raggiunge la decima edizione la rassegna Bollicine in festa a Misinto, dedicata alle migliori realtà spumantistiche italiane e internazionali organizzata dall'Ais Monza e Brianza. Diverse le aziende rappresentative di Franciacorta, Oltrepo' Pavese, Trentino Alto-Adige oltre ad altre realtà dell'Italia del centro-sud. Il primo spumante degustato è stato il 'Five roses', unico vino metodo classico di Leone de Castris, prodotto con Uve Negroamaro, da terreni argillosi-limosi che dopo la consueta fase di fermentazione affina sui lieviti per circa 12 mesi. Bellissimo il colore 'velo di cipolla', al naso è intenso con una nota di petali di rosa in evidenza. Ruffiano al palato è adatto ad accompagnare un intero pasto grazie alla sua intensa struttura. E' stata poi la volta del Brut di 'Il Mosnel'. Avevo già assaggiato il brut in almeno un'altra occasione, cosa che mi ha permesso di confermare la mia personalissima positiva opinione di quest

POGGIO AI GINEPRI BOLGHERI DOC (2011) - TENUTA ARGENTIERA

La scorsa estate dopo una visita a Bolgheri con il suo lungo viale di cipressi, il castello e il suo centro storico pieno di enoteche e ristoranti, stavo tornando a San Vincenzo dove soggiornavo per una breve vacanza quando ho incontrato l'entrata della Tenuta Argentiera, azienda di Donoratico sulla bellissima costa dell'alta maremma, che fa parte del Consorzio della Doc Bolgheri. Tenuta Argentiera faceva parte in passato dell'antica Tenuta di Donoratico di proprietà della famiglia fiorentina dei Serristori. Oggi la tenuta è di proprietà dei fratelli Fratini. All'entrata del cancello, in un piccolo caseggiato si trova il raffinato punto vendita. Intorno basse colline coltivate a vigna fino a perdita d'occhio.  Pochi i vini prodotti dall'azienda. Un vino di entrata, altri due di medio livello e due cru, tutti rigorosamente rossi. Ho assaggiato il Poggio ai Ginepri 2011, composto da Cabernet Sauvignon (40%), Syrah (25%) e Petit Verdo

CHIANTI CLASSICO DOCG (2011) - PODERI CASTELLARA

I Poderi Castellare di Castellina possiedono 80 ha. nel cuore del Chianti Classico di cui 33 destinati a vigneto mentre nel resto si ritrovano ulivi, colture varie e bosco. Terreni misti di marne calcaree, galestro e argilla, buon drenaggio dell'acqua e buona esposizione al sole ne fanno una delle zone più adatte alla coltivazione del Sangiovese. Nel 1970 l'azienda viene acquistata dal giornalista ed editore Paolo Panerai, che investe successivamente anche in Rocca di Frassinello nella Maremma Toscana, progetto concepito in partnership con Les Domaines Baron de Rothshild-Lafite ed in cui vengono impiantati Sangiovese e vitigni internazionali. Infine l'investimento nei Feudi del Pisciotto, tra Caltagirone e Piazza Armerina dove viene coltivato il Nero d'Avola. Il Chianti Classico di Castellare di Castellina, prodotto con uve Sangiovese e Canaiolo, è rosso rubino molto scuro e di buona consistenza. Al naso è intenso, complesso e fine, con sentori speziati di chi

TEROLDEGO IGT (2011) - BOSSI FEDRIGOTTI

Rovereto la si incontra una ventina di chilometri prima di Trento , nella lunga valle solcata dall'Adige dove a fare da cornice si stagliano montagne ricoperte di boschi e di vigneti che degradano verso il fiume (ma anche tra autostrada, statale e ferrovia). E' la città dove hanno sede molte aziende vitivinicole trentine e tra queste ho deciso di visitare la Bossi Fedrigotti, azienda acquistata di recente dalla Masi agricola, l'azienda di Gargagnano di Valpolicella famosa per gli Amarone e i Campolongo di Torbe (tra gli altri). Bottiglie di Fojaneghe a partire dal 1961 Appena entrati oltre il pesante cancello in ferro battuto, una strada sterrata porta ad un parcheggio e ad un caseggiato basso in cui si effettua la vendita di vino ai clienti. All'interno diversi cartoni di bottiglie, cofanetti vari e un armadietto in cui viene custodita una bottiglia di Fojaneghe per ogni annata a partire dal 1961. Diverse le cose interessanti tra cui Gewurztraminer, P

LA MONELLA BARBERA DEL MONFERRATO DOC (2011) - BRAIDA

Braida è un'azienda vitivinicola di Rocchetta Tanaro, famosa per il Montebruna e il Bricco dell'Uccellone con cui spesso vince premi e riconoscimenti nazionali. Ho assaggiato La Monella, un Barbera del Monferrato frizzante, che deriva da vigneti relativamente giovani e che fa una fermentazione-macerazione sulle bucce di circa 10 giorni. Successivamente si realizza un affinamento in acciaio di 4 mesi e poi in bottiglia per 2 mesi. Color rosso rubino con riflessi violacei, bella schiuma. Al naso è intrigante con la frutta fresca rossa in primo piano, una nota erbacea e una leggera nota pungente. In bocca è naturalmente vinoso, per il resto mi aspettavo maggiore freschezza; ho l'impressione che questo vino andasse bevuto almeno 6 mesi prima per poter esprimere al meglio il suo potenziale. Abbastanza armonico e senz'altro maturo è abbinabile soprattutto con i salumi e formaggi non molto stagionati.

CHARDONNAY FORMIGAR (2011) - PRODUTTORI DI COLTERENZIO

Che l'Alto Adige abbia un elevato standard qualitativo relativamente alla produzione di vino, è ormai un dato di fatto. Eppure la maggior parte delle volte che degusto un Lagrein, un Pinot noir, un Gewurztraminer di queste parti riesco sempre a sorprendermi di quanto i vini siano equilibrati, fini e armonici. La degustazione 'alla cieca' di ieri sera avrebbe dovuto subito farmi venire in mente l'Alto Adige, il suo particolare microclima fatto di notti fresche e giorni caldi con l'aerazione continua dei venti provenienti dal lago di Garda. Invece sono stato rapito dalla sua struttura, equilibrio ed opulenza. I produttori di Colterenzio rappresentano una vivace realtà dell'Alto Adige con più di 300 soci conferitori e 300 ha di vigneti. Lo Chardonnay Formigar 2011 fa parte della linea Cornell che rappresenta i Grand Cru di Colterenzio: uve selezionate dei migliori vigneti e affinamento in barrique. Le uve provengono da Colterenzio e Cornalano, ad una alt

ALTAVILLA DOC (2007) - FIRRIATO

Avevo dimenticato questa bottiglia in cantina, purtroppo in posizione verticale, portata da un amico diversi anni prima. L'annata 2007 mi ha fatto temere per la sua conservazione e la fatica nell'aprire il tappo di sughero per evitare che si spezzasse non è stato un bel presagio. L'Altavilla è un blend di Nero d'Avola e Cabernet Sauvignon al 50% ed è considerato un vino base dell'azienda siciliana. Dopo averlo fatto riposare in tavola per un'ora, l'ho versato nel bicchiere. Il vino si presenta rosso rubino scarico, buona la consistenza con archetti fitti e ravvicinati. All'olfatto il vino si dimostra ancora in buona forma, con la presenza di ciliegia sotto spirito, bacche di ginepro, tabacco e legno, di buona complessità e intensità. Al palato l'alcol sovrasta interamente tutto il resto; è diventato un vino magro, quasi debole, poco intenso e poco persistente. A livello di evoluzione il vino è decisamente maturo; andava consumato almeno u

FRANCIACORTA DOCG SATEN (2012) - MONTEDELMA

Questo Franciacorta Saten di Montedelma, è composto al 90% da Chardonnay e al 10% da Pinot bianco. Dopo la fermentazione e l'aggiunta dello zucchero di canna, vengono introdotti i lieviti selezionati, con un affinamento di 24 mesi. La sboccatura e successiva aggiunta del 'liqueur d'expedition' completano il processo di vinificazione e maturazione del vino. Cristallino, dal colore giallo paglierino con delicati riflessi verdolini. Perlage nella norma senza particolari sorprese, persistente la spuma. Il bouquet di crosta di pane e lievito tipico degli spumanti metodo classico è qui ben riconoscibile. Leggere note di frutta fresca e una piacevole ananas completano il profilo olfattivo. Al gusto è secco, fresco e di buona sapidità, per il resto è un ripetitivo 'abbastanza' nel gergo Ais (abbastanza equilibrato, abbastanza intenso, abbastanza armonico ecc). Tra i 78 e 82 punti a mio modesto avviso.

RIESLING SPATLESE (2007) - MARKUS MOLITOR

Riesling renano di gran classe ed eleganza, dalla forte espressione territoriale e di alta qualità come la gran parte dei riesling della Mosella, assaggiato durante una serata della scorsa primavera con l'Ais di Monza e Brianza. La denominazione 'Spatlese' indica una vendemmia ritardata di qualche giorno rispetto alla normale maturazione delle uve per consentire la piena concentrazione di profumi e di zucchero negli acini. Cristallino e consistente, nel bicchiere si rivela di un bel giallo oro carico. Senza dubbio intenso e complesso, inizialmente si percepiscono le note sulfuree date dal terreno roccioso di arenaria e ardesia tipico della zona della Mosella. A seguire a occupare l'olfatto sono i profumi fruttati, floreali e minerali, soprattutto ginestra e magnolia e frutta esotica matura come l'ananas e ancora la mela golden, per finire con delle bellissime sensazioni olfattive agrumate di cedro. Al palato esprime una buona morbidezza sostenuta da una a

ANSONICA DELL'ELBA DOC (2012) - SAPERETA

Questa azienda è famosa per il suo passito da uve Aleatico, situata a Porto Azzurro in località Mola, Isola d'Elba. Produce anche un Moscato e un Ansonica passito, due Elba bianchi con uvaggi / assemblaggi diversi, un Ansonica secco, un Vermentino 100%, due Elba rossi a base Sangiovese e Syrah e un Rosato. Dopo 13 anni di agricoltura biologica ha deciso di uscire dal protocollo in aperto contrasto con il sistema burocratico di certificazione. In una sera tra amici abbiamo assaggiato l'Ansonica dell'Elba Doc 2012. L'annata 2012 particolarmente calda e siccitosa, solo in parte mitigata dal vento e dal mare, ha diminuito l'ampiezza degli acini e permesso una concentrazione del frutto. Colore giallo paglierino molto delicato, intrigante naso fruttato (frutta fresca), floreale (fiori di campo) e fortemente minerale. Al palato è fresco e piacevolmente salato, di medio corpo e buona struttura, con un finale discretamente lungo. Ottimo in abbinamento con il de

SUDTIROLER LAGREIN RISERVA DOC (2010) - GEORG RAMOSER

Piccolo produttore altoatesino (4,5 h. di vigneto), situato a Santa Maddalena in provincia di Bolzano, con vista sulla Valle Isarco e vigneti con piena esposizione al sole. Ramoser produce quattro vini: uno Chardonnay, un Santa Maddalena, un Lagrein e un Merlot. Il Lagrein riserva 2010, si mostra nel bicchiere con un vestito rosso rubino impenetrabile, con lacrime ben evidenti e archetti ravvicinati (14% di volume alcolometrico dichiarato in bottiglia). Ha un naso complesso e intenso in cui si evidenziano subito profumi di pellame, poi spezie (cannella e pepe nero) ed eleganti note di frutta rossa matura. In bocca è caldo, fresco e sapido, con tannini avvolgenti e un'ottima corrispondenza con il naso; è un vino elegante, dalla beva coinvolgente su un legno perfettamente integrato. Raccomandato da una enoteca di Bolzano a un mio amico che si trovava li in vacanza, questo vino mi fa pensare a quanti piccoli produttori come Ramoser ci sono in giro per l'Italia, che fann

LETRARI AZIENDA AGRICOLA

Durante un recente viaggio in Trentino ho visitato l'azienda agricola Letrari di Rovereto. Ho avuto la fortuna di parlare con Leonello Letrari, un pioniere dell'enologia italiana. Una bella conversazione a ruota libera, nella quale mi ha raccontato che dopo un lungo periodo in giro per l'Italia come enologo in varie aziende vitivinicole a fare la gavetta è tornato in Trentino, prima alla Bossi Fedrigotti dove ha realizzato il primo taglio bordolese italiano, il Fojaneghe nel lontano 1961, poi con L'Equipe 5 (cinque soci di cui uno era lui) il secondo spumante metodo classico italiano dopo quello di Ferrari nel 1965. Il Fojaneghe 1961 è il primo in alto a sinistra E ancora mi ha parlato dei cambiamenti climatici e di come negli anni '50 in Trentino d'inverno si usava interrare i tralci delle varietà più sensibili alle gelate smontandole dalla pergola e sdraiandoli in terra. Nel 1976 ha creato la Letrari, trasformando la gestione contadina dei

TORCALVANO VINO NOBILE DI MONTEPULCIANO DOCG (2009) - FATTORIA DI GRACCIANO SVETONI

Ambrogio e Giovanni Folonari ha investito a intervalli regolari nei terreni più vocati della viticoltura toscana. Come nel 1985 quando ha comprato le Tenute del Cabreo nella zona del Chianti Classico, nel 1999 con l'investimento a Bolgheri che ha dato vita alla Tenuta Campo al Mare e ancora a Montalcino con la Tenuta la Fuga. Il vino che ho assaggiato durante un corso AIS della delegazione di Monza e Brianza arriva invece dalla Tenuta di Torcalvano in località Gracciano nel comune di Montepulciano, dove viene prodotto questo interessante Torcalvano Nobile di Montepulciano, 100% Sangiovese (prugnolo gentile), con alta densità d'impianto e basse rese per migliorare la qualità. L'uva viene raccolta a metà ottobre e dopo la fermentazione a temperatura controllata in contenitori di acciaio inox e la macerazione sulle bucce di almeno 15 giorni, svolgimento della malolattica e successivo invecchiamento di 20 mesi in botti da 35 ml di rovere di Slavonia, termina l'evoluzi

SAN LORENZO ROSSO CONERO DOC (2010) - UMANI RONCHI

Azienda vitivinicola molto famosa delle Marche, della zona di Osimo, ha di recente conquistato i 3 bicchieri del Gambero rosso per il Vecchie Vigne 2010. Negli anni '80 l'azienda ha incominciato il percorso di ricerca della qualità che l'ha portata all'utilizzo del cordone speronato come tecnica di allevamento della vite, ha adottato sesti di impianto con densità molto elevate e ha reimpiantato i vecchi vigneti con nuovi vitigni internazionali. Ho assaggiato il San Lorenzo, annata 2010, che nasce sempre nei dintorni di Osimo, su un terreno argilloso-calcareo e una esposizione sud-est / sud-ovest. Montepulciano 100%, a differenza di altri vini delle Marche che assemblano in varie percentuali Sangiovese e Montepulciano, il San Lorenzo fa affinamento in grandi botti di rovere. In generale l'annata 2010 in questa zona è stata piuttosto piovosa, anche e soprattutto durante la vendemmia. Questo sicuramente non ha facilitato il lavoro sul campo con la necessaria

SAUVIGNON (2011) - LIS NERIS

Lis Neris è un'azienda friulana, premiata da diversi anni in vari concorsi enologici e sulle principali guide di settore, soprattutto per le sue selezioni e riserve. La zona è San Lorenzo Isontino tra il confine sloveno e il fiume Isonzo; una territorio che risente l'influsso del non lontano mare mediterraneo, su un altopiano ghiaioso e calcareo formatosi con i sedimenti trasportati a valle dalle acque di scioglimento dei ghiacciai. I vitigni utilizzati sono principalmente quelli internazionali come Sauvignon, Cabernet, Chardonnay, Pinot Grigio ecc. Ho provato il Sauvignon 2011; questo vino arriva dai vigneti relativamente più giovani e coltivati nella zona più fresca; fermentazione e maturazione in acciaio alla temperatura di 20/22 °C e breve affinamento in bottiglia. Giallo paglierino con riflessi verdolini, ha una discreta consistenza nel bicchiere. Ha un naso fruttato, floreale, erbaceo, minerale, quindi intenso e complesso oltre che di qualità fine. Ci si può d