Passa ai contenuti principali

Post

Tenute Venturini Foschi, un viaggio sulle colline parmensi

Le serate del gruppo dei soliti astemi continuano, sempre alla ricerca della sperimentazione e della curiosità abbinata alla passione per il vino e il buon cibo. Perché allora non abbinare l'eccellenza vitivinicola con un vero chef che cucina per te piatti ricercati e abbinati magistralmente ai vini? Questa idea si è concretizzata un venerdì sera di inizio marzo quando, alla serata dei soliti astemi, abbiamo invitato Venturini Foschi, produttore di vino situato sui primi rilievi collinari a sud di Parma, e quindi in un territorio che non gode solitamente di fama come terroir adatto a grandi vini, ma che ci ha invece sorpreso per intensità e personalità dei vini proposti. Come spesso accade, ricredersi è un atto dovuto davanti all'evidenza empirica di vini di assoluto livello che già stanno ricevendo l'attenzione di guide di livello nazionale e internazionale. A rappresentare la famiglia la solare Jacqueline, studi di arte ed economia a Londra, con il sogno di portare avanti
Post recenti

Verdicchi di Matelica 2021 di Sergio Marani

Se dovessi fare una lista dei miei 100 vini preferiti per rapporto qualità prezzo non avrei dubbi nell'inserire anche il Verdicchio di Matelica di Sergio Marani. Partiamo subito nel fargli un caloroso applauso per la scelta, in Italia poco diffusa ma nel mondo decisamente prevalente, di utilizzare lo 'screw cap' detto altrimenti tappo a vite (quello delle bottiglie di olio tanto per intenderci). Una scelta che garantisce al consumatore l'integrità del prodotto dal fastidioso e annoso problema del sentore di tappo, per un vino che non deve invecchiare in bottiglia e che quindi non necessita del classico tappo di sughero. Le scelte principali in vigna e in cantina che val la pena di riassumere sono la resa di 70 ql per ettaro, la decantazione statica e la fermentazione in accciaio e successivo affinamento sulle fecce fini in vecchi tonneau per circa 5 mesi. Le vigne da cui Sergio Marani ricava il suo Verdicchio sono posizionate a poco più di due chilometri da Matelica, da

Barolo Gramolere di Manzone

Manzoni è una famiglia di vignaioli da cinque generazioni. Oltre un secolo di storia sulle splendide colline del Barolo, tra Monforte e Serralunga d'Alba. Giovanni racconta che il bello del suo mestiere è la capacità del vino di produrre ricordi, un mondo fatto di persone, paesaggi ed emozioni sempre diverse. Trovo che questa frase sia originale e bellissima e che racchiuda l'essenza e la gioia di fare vino da parte di un produttore. E se poi si ha la fortuna di fare questo lavoro su queste colline vocate da generazioni alla produzione di Nebbiolo di alta qualità, allora diventa tutto ancora più bello. La cena dai soliti astemi ha portato in serbo il Barolo Gramolere e il suo assaggio mi ha subito convinto che valeva la pena scrivere due righe su questo superbo vino di Manzone. Età media delle vigne 35 anni, esposizione sud-ovest, terreno calcareo sabbioso ricco di pietre e fossili, discreta pendenza della collina che rende obbligatorie le lavorazioni manuali sono le condizioni

Alto Adige Vernatsch Doc Mediaevum 2021 Gump Hof

E' una tiepida serata di fine ottobre quando mi ritrovo, con il 'gruppo dei soliti astemi' eccezionalmente allargato alle famiglie, a festeggiare il compleanno del nostro Chef Fabrizio. La luna squarcia a tratti le nuvole mentre l'asfalto è bagnato da una leggera pioggia caduta nel pomeriggio. Aspetto in questo tranquillo quartiere di Monza, a due passi dal centro, e intanto mi guardo intorno, gironzolando per le strade. La pizzeria dove ci dobbiamo trovare propone un intrigante abbinamento di antipasti e pizze con i vini, la cui varietà è ben evidente dalle etichette in vista lungo i muri in mattoni della sale a volta. Assaggiamo diversi vini tra cui un Alta Langa di Ettore Germano, uno Champagne Ayala e un pregevole Verdicchio Gaiospino di Fattoria Coroncino che non assaggiavo da diversi anni. Ma la mia attenzione è ricaduta su quello che, a prima vista, potrebbe sembrare il vino più timido della serata, il vaso di coccio in mezzo a vasi d'acciaio e che invece si

Lugana Ca' Lojera 2022, il vino giusto per ricominciare a parlare del nettare di 'Baccanera'

In epoca di blog e siti internet gestiti dall'AI (vedi 'intelligenza artificiale), nel corso del 2023 mi sono domandato che senso aveva scrivere post sui vini bevuti. E' stata una lunga riflessione che ora dovrei però aver risolto con una nuova fonte di inspirazione e aspirazione che spero, per me come per i lettori del blog, mi porti a postare circa 4 contenuti al mese.    Non essendomi mai fermato a bere, anche se ne ho in parte limitato la quantità, mi trovo ora l'imbarazzo della scelta su cosa pubblicare. Ho optato per il Lugana di Ca' Lojera, un vino che mi è sempre piaciuto e che ho scoperto ad un mio Vinitaly di tanti anni fa, bevuto dopo una lunga giornata di assaggi e che nonostante tutto mi era rimasto impresso. Tanto impresso che, nel corso del tempo, dell'azienda in questione ho avuto la possibilità di bere a più riprese, sia le versioni più immediate sia quelle più elaborate. Ma in questo post voglio invece dare merito a Ca' Lojera di aver propo

Prestige Grieser Lagrein - Kellerei Bozen

Ci sono diversi modi di intendere il Lagrein, ma quelli che più mi appassionano sono indubbiamente quelli strutturati, intensi e maturi. A differenza di molti altri vitigni che riescono a dare il meglio solo nelle versioni più fresche, il Lagrein, se ben lavorato, può dare grande soddisfazione come vino di carattere. E' quello che ha fatto al meglio Kellerei Bozen, storica cantina di Bolzano che, con i suoi soci conferitori, riesce ad ottenere il meglio da questo vitigno autoctono dell'Alto Adige. Del resto la cantina, fin dalle sue origini, nel lontano 1908, ha avuto sempre un occhio di riguardo per i vitigni autoctoni Lagrein e Schiava.  E se da un lato la Schiava ha subito nel corso del tempo un po' di crisi dovuta forse ad una eccessiva produzione regionale come vino semplice e beverino a scapito della qualità, il Lagrein è invece sempre stato una nicchia interessante e fuori dalle regole. Sui terreni alluvionali e sabbiosi di Gries, da il meglio di sè anche grazie ai p

Ultimo post del 2022 con la Barbera di Borgogno

Barbera d'Alba di Borgogno Quando mi hanno chiesto di scegliere tra una lista di vini quello che preferivo per il pranzo di Natale a casa di parenti, non ho avuto dubbi sulla scelta della Barbera di Borgogno. Non l'avevo ancora mai assaggiata, ma il produttore è una garanzia e di solito, chi lavora bene sui prodotti di qualità come Barolo e Barbaresco, ci tiene a fare bene e a mantenere uno standard qualitativo elevato anche su vini meno importanti o più comuni. La Barbera lo ritengo quasi un caso scolastico.  Si passa infatti dai vini da due euro per un bottiglione da due litri a vini come Borgogno ma anche diversi altri che possono arrivare anche a 30 euro. Nel caso di Borgogno la sua Barbera la si può trovare sotto i 20 euro e ritengo che questo sia un prezzo giusto. Innanzitutto in una degustazione alla cieca non ti aspetteresti che sia una Barbera, ma questo è normale anche proprio per quanto detto sopra. E' un vitigno così eclettico che, se fatto bene, può essere semp

Un elegante Sauvignon Pouilly-Fumè della Valle della Loira

 Oggi ci troviamo nella valle della Loira, una delle regioni vitivinicole francesi più interessanti e conosciute in tutto il mondo, soprattutto per i suoi Sauvignon blanc. Come in molte altre zone viticole, non solo francesi, la viticoltura risale ai tempi dei romani ma, chiaramente, oggi la si coltiva in modo completamente diverso. Il Sauvignon blac qui ha trovato la sua massima espressione, in particolare vicino al villaggio di Poilly-sur-Loire. Il terreno è formato da marne calcaree, gesso, ciottoli e selce. In particolare, questo ultimo tipo di materiale, un tempo utilizzato come pietra focaia, regala al vino delle piacevoli note fumè, da cui si può intuire l’origine della denominazione AOC Poully Fumè. Per quanto riguarda il clima, la regione si trova abbastanza a nord e con un clima continentale rigido e freddo, mitigato dalla presenza di un fiume di discreta portata come la Loira. Le notevoli escursioni termiche della zona donano alle uve un corredo aromatico insieme potente ed

Serata degustazione Gruppo dei soliti Astemi

Ed ecco che a sorpresa ci si ritrova al 6 di ottobre a mangiare ancora sul terrazzo in centro a Monza. Colpa di questo clima pazzo che questa estate ci ha fatto morire di caldo e ora porta una ottobrata assolutamente gradita. Il gruppo dei soliti astemi ne ha subito approfittato per allungare la serie estiva a casa di Chef Fabrice ma con un menù che ricorda più l'inverno, il camino acceso e le castagne piuttosto che l'estate con i suoi piatti di pesce, le tartare di carne e i bianchi freschi e sapidi. Si parte subito con un primo piatto strepitoso, un risotto ai funghi porcini cotto con brodo di bollito. Funghi freschi e croccanti, un risotto che non capita di mangiare molto spesso per qualità della materia prima e bravura dello Chef, che abbiamo deciso di abbinare con un Susumaniello di Cantina due Palme e un Pinot nero di Valle Isarco. Entrambi ciliegiosi, il primo più frutta fresca e piacevolmente tannico al palato, il secondo con una nota di spezie e succosissimo in bocca.

Winkl Sauvignon Blanc di Cantina Terlano

  La Cantina Terlano potremmo considerarla l’emblema della viticoltura dell’Alto Adige. Si tratta di una cooperativa di 143 soci il cui lavoro sulla selezione del prodotto si rispecchia perfettamente nella qualità del prodotto finito, grazie anche al lavoro fatto in cantina che deve assecondare quanto arriva dal terroir senza mai sovrastarlo. Certo molto si basa su un territorio con le vigne piantate ai piedi del monte Tschöggel, su terreni di origine vulcanica, un ruolo determinante nel successo di un vino. Altro fattore determinante è la cultura della vigna, del saper coltivare bene, del saper conservare la terra integra, che da sempre anima i vignaioli da queste parti. Infine potremmo metterci le particolari condizioni climatiche soprattutto la notevole escursione termina che accentua i profumi tipici del vitigno.   La personalità dei vini della Cantina Terlano è sempre riconoscibile, ma se possibile è ancora più accentuata nel Winkl, un cru di Sauvignon blanc che trova

Origginal Cuvée di Lis Neris

  Lis Neris è senza alcun dubbio tra le cantine più quotate e affascinanti del Friuli. L’azienda di Gorizia, affonda le sue radici nelle dolci colline del Collio, un terroir che non smette di stupire oltre che di poter assicurare un livello qualitativo di assoluto livello. Conosco Lis Neris da diverso tempo, in particolare da un Vinitaly di ormai tanti anni fa, quando un amico incontrato per caso alla fiera era appena stato allo stand e mi consigliava di assaggiare il loro Tal Luc. Un passito strepitoso, che penso si posizioni tra i primi 5 passiti migliori che abbia mai assaggiato ma anche dal prezzo non certo abbordabile. Da lì ho incominciato ad assaggiare bottiglie da un po’ tutta la loro produzione. Mi mancavano le loro ultime invenzioni ovvero l’Origginal Cuvèe. Senza indugiare sulle note tecniche, a parte il fatto che il bianco è in prevalenza Sauvignon con piccoli saldi di altre uve locali, voglio porre l’attenzione sulle nitide note sulfuree riscontrate nella botti

Garnellen il Sauvignon blanc aranciato e biodinamico di Tropfltalhof

Andreas Dichristin è il proprietario di Tropfltalhof, azienda vitivinicola di Caldaro. Dopo una primissima fase in cui le uve venivano conferite alla cantina, l'azienda inizia a vinificare il proprio e aderisce alla biodinamica. Le vigne di Schiava sono sacrificate per far posto a Sauvignon Blanc, Viogner, Cabernet Franc e Sauvignon e Merlot. Nelle vigne, tra i filari, potrete trovare le pecore impegnate e mangiare l'erba mentre le viti sono concimate con tisane di ortica, camomilla ed equiseto. Sono i principi della biodinamica a cui si può credere o meno, così come alla filosofia di intervento minimalista dell'uomo. In cantina la sosta lunga sulle bucce, l'affinamento del vino sulle anfore e altre pratiche di cantina che richiamano ad una enologia sostenibile, fanno di questa azienda un punto di riferimento della zona per questo tipo di agricoltura. Ho assaggiato il loro Garnellen, un Sauvignon blanc biodinamico affinato in anfora che definire strepitoso è quasi ridut

Primamadre Montepulciano d'Abruzzo Vini La Quercia

Serata di inizio estate. Il BBQ è d'obbligo ed è così che con gli amici abbiamo fatto la spesa dal macellaio. Costine, spiedini misti, salsiccia e salamelle ma anche hamburger, peperoni e zucchine. Tutto a grigliare accompagnato da insalata russa e salse varie. Serata stupenda, un po' caldo per il periodo ma in giardino si stava bene e le zanzare per fortuna ci hanno lasciato in pace visto che ci eravamo comunque premuniti per l'occasione. La grigliata vuole in accompagnamento un vino rosso tannico e fresco ma non eccessivamente strutturato. In grado quindi di asciugare il palato ma di non prevaricare la carne che comunque ha subito una cottura semplice. La line up dei vini era generosa ma uno su tutti mi ha colpito. Si tratta del Primamadre, un Montepulciano d'Abruzzo di Vini La Quercia. Profumi di ciliegia matura e di rosa appassita, con una nota piacevolmente balsamica, in bocca era leggermente ruffiano ma molto equilibrato ed estremamente piacevole. La bottiglia è p

Picolit Docg di Aquila del Torre

I grandi assaggi di Baccanera continuano con questo passito strepitoso prodotto da Aquila del Torre con il rarissimo Picolit. Vino dolce ma con una notevole spalla acida come del resto la mineralità quasi travolgente, profumi di miele di castagna, medicinali e camomilla con accenni balsamici. Decisamente un grande passito che rientra a pieno titolo tra le migliori bevute di questo interessante 2022 e senza dubbio tra i migliori passiti che abbia mai assaggiato. L'età media delle vigne di 40 anni, l'appassimento naturale sulla pianta, la densità elevata per ettaro e la resa bassissima unitamente alla base data da un vitigno raro e grazie al cielo riscoperto e ora rinato. E ancora fermentazione spontanea, utilizzo di lieviti indigeni, affinamento in botti di rovere francese .... è chiaro che l'azienda punta molto su questo vino e, a onore della cronaca, bisogna dire che il prezzo è sicuramente importante. Ma se vi dovesse capitare di poterlo assaggiare non lasciatevi scappare

I grandi assaggi di Baccanera: Cuvée Bois di Les Cretes

I grandi assaggi di Baccanera sono e saranno dei post nei quali cercherò di trasmettere le emozioni suscitate nel bere vini che personalmente considero di prima fascia. A mio avviso la fascia non è legata al prezzo, comunque sicuramente sopra la media e non affrontabile tutti i giorni a meno di non essere un ricco nababbo, ma piuttosto ad un insieme di requisiti gusto olfattivi (usando un termine tanto caro agli amici dell'Ais) di netta superiorità rispetto appunto ad un vino di medio livello o anche facendo un semplice confronto rispetto a vini composti dal medesimo vitigno.   Tra questi vi è sicuramente il Cuvée Bois di Les Cretes, un classico vino di montagna. Vi risparmio tutta la classica argomentazione che in questi casi molti blogger o siti che parlano di vino, anche solo per allungare il brodo, vi rifilano sulla viticoltura 'eroica', sulle pendenze, sulla vendemmia rigorosamente e naturalmente manuale ecc, per concentrarci invece sulle sensazioni che questo vino mi

Fiano di Avellino di Villa Matilda Avallone

  Villa Matilda Avallone è una azienda vitivinicola che sorge alle pendici del vulcano spento di Roccamonfina. Aglianico, Piedirosso, Falanghina sono i vitigni autoctoni coltivati dall'azienda, oltre al Fiano di Avellino Montelapio che nasce sulle colline tufacee con argille marnose di Montefalcione in provincia di Avellino. Qui a 500-600 metri sul livello del mare, durante la seconda decade di ottobre, parte la vendemmia del Fiano, dei vigneti che sono stati piantati dal 1968 al 1985. L'elevata densità di impianto e la bassa resa sono sempre dei buoni indicatori di ricerca della qualità già in vigna, aiutati da una conduzione agronomica di lotta integrata a basso impatto ambientale. La vinificazione avviene a 5 °C, per ottenere una maggiore estrazione aromatica e di struttura, con pressatura soffice e decantazione a freddo. L'affinamento avviene solo in acciaio per non interferire nella tipicità del terroir. Nel bicchiere è giallo paglierino, al naso sprigiona nuance di er

Leiè di Officina del Sole Marche IGT

  L’Officina del Sole è un bel progetto che ha sviluppato intorno a sé diversi servizi tra cui l’agriturismo, la ristorazione, i vini, l’olio e altro. Si trova a Montegiorgio alla sommità di una collina da cui si gode un paesaggio di rara bellezza e tranquillità che sembra fatto apposta per riconciliarti con la natura e i suoi tempi dilatati. I suoi vini sono premiati da Gambero rosso e Bibenda ma … dovevano ancora superare lo scoglio Baccanera. Ecco quindi che decido di assaggiare un loro prodotto che mi ha molto incuriosito per il blend di Sauvignon e Passerina al 50 %. Due vitigni diversi dove alla semi aromaticità, alle note erbacee e alla morbidezza al palato del Sauvignon si innestano i profumi di agrumi di ginestra e la potente spalla acida della Passerina. Due vitigni che raramente troviamo abbinati in una bottiglia e questo ha di sicuro solleticano la mia innata curiosità di assaggiare qualunque cosa non abbia ancora avuto modo di degustare. Non vi annoierò con le

La Mostella di Torraccia del Piantavigna

  La Vespolina potremmo considerarla come una tipologia di uva quasi estinta. Nel passato era piuttosto diffusa, soprattutto nell’Alto Piemonte. Ad oggi ha invece una coltivazione complessiva di soli 40 ettari di cui 7 sono di proprietà di Torraccia di Piantavigna. Lo storico produttore di Ghemme, ha sempre creduto in quest’uva difficile da coltivare, ma che sa regalare bottiglie dalle caratteristiche ben definite se non uniche. La Vespolina è posizionata in località Poncioni, sui 7 ettari di proprietà dell’azienda, che adotta una filosofia eco-compatibile per la sua coltivazione. La Mostella è un vino dalla personalità esuberante, dove si esaltano i profumi vinosi tipici del mosto al tempo della vendemmia, accompagnati da una spiccata tannicità, note pepate e profumi di fragolina di bosco. La sua struttura tannica e l’ottima spalla acida, lo rendono ideale in abbinamento con un buon piatto di lenticchie di Norcia e cotechino artigianale, magari accompagnato da un gustoso p

Pecorino di Tenuta Ulisse

La Tenuta Ulisse nasce nel 2006 per la volontà dei due proprietari, Antonio e Luigi Ulisse, di cercare e poi trovare un territorio adatto ad una viticoltura di qualità. Viene quindi individuato nella cittadina medievale di Crecchio, il luogo adatto dove impiantare le prime viti di vitigni autoctoni come il Montepulciano D’Abruzzo, il Trebbiano D’Abruzzo, il Pecorino, la Cococciola e la Passerina, affiancate dagli internazionali Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot, Chardonnay che completano la vasta gamma di offerta di Tenuta Ulisse.  Si avvalgono presto dell’enologo Denis Verdecchia, con il quale iniziano subito a condividere lo spirito dell’iniziativa fatto di attenzione quasi maniacale in vigna al fine di portare in cantina il prodotto più sano e qualitativo possibile. Quindi grande selezione e utilizzo minimalista della chimica al fine di rispettare i varietali e di interpretare al meglio il terroir di una regione che da sempre, grazie anche ad una varietà pedoclimatica inter

Donna Olimpia Bolgheri Rosso 2020

Nel 2001 Guido Folonari decide di investire a Bolgheri, astro nascente ma già affermato da tempo dell'enologia italiana. Nasce così Donna Olimpia 1898, una realtà di 45 ettari vitati, che produce vini dal tipico taglio bordolese, sfruttando un terroir unico in Italia. Di recente ho assaggiato il loro Bolgheri rosso, un vino dall'eccezionale rapporto qualità-prezzo, frutto di un blend di più vitigni (Cabernet Sauvignon e Franc, Petit Verdot, Merlot. I suoi profumi estroversi ed eleganti incantano il naso con nuance di frutti rossi, peperone verde, cioccolato fondente e liquirizia. In bocca mostra un equilibrio eccellente, vero punto di forza del vino, oltre che struttura e tannini vellutati. La beva armonica e piacevole permettono alla bottiglia anche un abbinamento con diverse tipologie di piatti della cucina italiana. Il gruppo dei soliti astemi lo ha provato con un insolito abbinamento: un risotto alla trippa e una trippa con una leggera spolverata di parmigiano. Ottimo abbin

Cabernet Boccon di Parco del Venda

  L’azienda vitivinicola Parco del Venda possiede circa 50 ha di vigneto situati nel Parco Regionale dei Colli Euganei. Siamo in particolare a Vo’, zona particolarmente vocata alla coltivazione della vite fin dai tempi dei romani grazie al suolo di origine vulcanica e il clima mite. L’azienda nasce negli anni ‘50 attorno ad alcuni vigneti nell’area di Vo’, che pian piano si sono espansi fino alla dimensione attuale. I vini prodotti sono diversi, tra cui spicca il carattere deciso ma elegante del Cabernet ‘Boccon’, che ho avuto il piacere di assaggiare nella versione 3 litri. La produzione si attesta complessivamente sulle 350.000 bottiglie grazie anche a 40 ettari aggiuntivi di soci conferitori. L’alcolicità del ‘Boccon’ è sicuramente importante visto che arriva a 16°, ma grazie alla buona spalla acida e a tannini levigati ma ben presenti nel bicchiere, il sorso risulta sempre agile ed elegante anche se pieno e complesso. Il Cabernet Boccon ha una piacevole vena di sottobos

Sucano di Podere Madonna del Latte

L'Umbria è senza dubbio una delle mie regioni d'Italia preferite per la bellezza del paesaggio, la simpatia genuina della gente e, neanche a dirlo, per i buonissimi vini, sia rossi che bianchi. Ma oltre i famosi Orvieto e Sagrantino di Montefalco, l'Umbria possiede dei territori vocati alla produzione della vite fin dai tempi dei romani (e probabilmente anche prima), e vini poco conosciuti ma di assoluto livello. In particolare in una mia recente vacanza sono capitato dalle parti di Sugano, non lontano da Orvieto. Tra queste bellissime colline si trova l'antico Podere Madonna del Latte, azienda vitivinicola di Manuela Zardo e Hellmuth Zwecker, coadiuvati dal figlio enologo Leon che mi ha cordialmente portato alla scoperta delle vigne e della loro cantina ristrutturata nel 2017. Alla fine della visita e degli assaggi avevo deciso di portarmi a casa un bianco fresco e beverino di nome Castelletto di Sucano, un profumatissimo Voigner e il loro famoso Sucano rosso che con i

Malbec Reserva Septima Obra

Il Malbec 2019 Riserva di Septima lo prendo a riferimento per spiegare la fondamentale differenza tra il gusto internazionale e in particolare americano e quello europeo e in particolare italiano. Partiamo con il dire che si tratta di una più che buona bevuta. Sorso ricco che oserei dire opulento, sentori speziati e incentrati sulle nuance di ciliegia molto matura e frutta nera cotta, inevitabile passaggio in botte che lascia una piacevole scia di scatola di sigari. Le note che invece faccio più fatica ad apprezzare sono i sentori di spezie troppo dolci e un sorso che è opulento ma troppo scarso in tannini la cui 'piacevole' ruvidità unita ad una superba freschezza non mi avrebbero fatto stancare subito il palato. Un vino WOW al primo sorso, opulento al secondo ma un po' stancante dal terzo in poi. Almeno io la penso così e se lo raffronto con il Nebbiolo Caveja di Paitin, assaggiato subito dopo oppure con la perfezione stilistica di equilibrio, precisione e finezza gustati

Malvasia Gemma di Tenute Venturini Foschi

Capita anche che un amico imprenditore, attivo nel mondo dell'illuminazione, predisponga un progetto per un suo potenziale cliente, scoprendo poi con sorpresa che si tratta di un produttore di vino e che il progetto riguarda l'illuminazione della loro nuovissima cantina. Conoscendo la nostra passione per il vino, l'amico produttore si prodiga per farci avere del loro vino e il gruppo dei soliti astemi, che eroicamente ha deciso di immolarsi per la causa, decide di assaggiare in una serata di questo strano inverno, tra un Covid che passa e una guerra che arriva, una bottiglia di Gemma, un Malvasia in purezza. Le Tenute Venturini Foschi producono vino che chiameremmo del territorio, hanno creduto nelle potenzialità di un bistrattato Malvasia e hanno fatto terribilmente bene. Quando si parla di Malvasia, vengono infatti in mente certi bianchi frizzanti a cui preferisco di certo l'acqua del rubinetto. In questo caso invece si tratta di Gemma, un Malvasia di grande fattura,

Kellerei Bozen Sudtirol Alto Adige - Lagrein 20202

Anche se non bisognerebbe mai generalizzare, la mia personalissima opinione fondata su ripetuti assaggi, è che i produttori dell'Alto Adige si distinguono sul mercato per la serietà con la quale fanno il proprio lavoro. Del resto, escludendo i vini da supermercato di basso prezzo, non ricordo nemmeno un produttore altoatesino che mi abbia davvero deluso. La loro serietà si sviluppa nel concreto di tutti i giorni con il buon senso di produttori che sanno investire nella qualità dei propri vini, sapendo che questo avrà un naturale ritorno in termini di vendite. Kellerei Bozen, ovvero Cantina Bolzano è una cooperativa di produttori molto cresciuta negli ultimi anni grazie al lavoro intensamente qualitativo fondato soprattutto sulle basse rese in vigna e l'attenta selezione delle uve dei soci conferenti. Ogni azienda ha un prodotto di punta, il vino che riesce meglio per motivi che spesso sono legati a terreno e microclima e nel caso della Cantina di Bolzano è il Lagrein. Venendo i

Champagne Bonnaire Blanc de Blanc

  Conosco gente che abbinerebbe lo Champagne pure alla fiorentina e altri che, un po’ come dei moderni Napoleone, non potrebbero vivere senza. Tanto si è detto e tanto si dirà ancora su questo prodotto, giustamente orgoglio della viticultura francese. Qui da noi, dove tutto si riduce a confronto, la domanda più classica che mi sento spesso fare è se è meglio lo Champagne o le nostrane bollicine, siano esse Franciacorta, Trentodoc o Oltrepo’. In realtà non c’è una risposta ad una domanda così generica, come del resto non è nemmeno vero che per forza lo Champagne sia necessariamente più costoso di una bollicina in Italia. Ci sono infatti diversi piccoli e medi produttori di ottimi Champagne, poco conosciuti, che hanno prezzi più che abbordabili. Ci sono poi le grandi maison, che vuoi per richiesta di mercato, vuoi per status che lo Champagne richiama necessariamente, applicano prezzi decisamente più alti della media. Il pubblico dei consumatori occasionali lo giustifica con i

Amarone della Valpolicella Poggi

Il Veneto è una delle regioni italiane con la produzione quantitativa più alta d'Italia insieme alla Sicilia. Questo aspetto non propriamente positivo è bilanciato da diverse produzioni qualitative di altissimo livello. Accanto ai vitigni internazionali sono diffusi vitigni autoctoni come la corvina, la rondinella, il corvinone e la molinara. Tutti vitigni che in diverse quantità e a seconda della cantina rientrano appieno nella produzione di quel fenomeno vitivinicolo chiamato Amarone. Tra le diverse realtà della Valpolicella alcune hanno mantenuto un carattere poco più che artigianale, con piccole o medio-piccole produzioni di altissima qualità. Tra queste Poggi è senz'altro un emblema che esprime appieno le potenzialità di una zona vocata alla produzione della vite. Il loro Amarone prodotto con Corvina, Rondinella e Molinara, è un vino dalle elevate potenzialità grazie alla sua potente struttura abbinata ad una classe ed una eleganza al palato davvero importanti. Un vino dov